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Chiesa Valdese in Prati

Si è già detto come, dopo il 1870, Roma veda la costruzione di molte chiese non cattoliche, sia per la sopravvenuta libertà di culti che per motivi simbolici e di prestigio, a maggior ragione nel quartiere "anticlericale" dei Prati di Catello, dove viene eretta una delle due chiese Valdesi di Roma, l'altra (la prima) essendo stata costruita intorno al 1877 al termine di via Nazionale, ora via IV Novembre. La Chiesa Evangelica Valdese, Chiesa protestante le cui origini addirittura risalgono a prima della Riforma, al XIII secolo, è l'unica confessione riformata a potersi dire propriamente italiana, con i suoi nuclei originari di diffuzione ancora presenti nelle valli alpine del Piemonte, e con le sue storie di dure persecuzioni, alla fine del XVII secolo. La chiesa sorse in piazza Cavour, centro del nuovo quartiere dei Prati, tra il 1911 ed il 1914, per la munificenza di una ricca vedova americana, su architettura Guido Bonci ed Emanuele Rutelli, secondo uno stile singolare, vagamente affine alle basiliche ottoniane, e il biancore della tinta, con le due torri campanarie e i torrioni cilindrici che serrano la chiesa ai lati, decorati con elementi vagamente bizantino-moreschi, visto il tutto attraverso le palme del giardino della piazza, dà l'impressione di una costruzione in stile "coloniale", simile a quelle che si possono ancora trovare negli ex quartieri europei di Algeri o di Tunisi. L'interno si presenta di forma più tradizionale, a tre navate divise da pilastri, con matronei e trifore. In conformità al rigoroso aniconismo delle chiese valdesi non vi sono immagini figurative, bensì la chiesa intera è coperta da una ricca decorazione a motivi geometrici e simbolici, in molti punti di pretta derivazione liberty. Sulla adiacente via Pietro Cossa prospetta l'edificio della Facoltà Teologica Valdese, costruito da Giulio Magni nel 1907-09, ornato da motivi policromi alle finestre.

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