Trinità dei Pellegrini
La chiesa
Elemosine
Crocifisso
La chiesa
Sorge sull'area di S. Benedetto de Arenula, della quale si hanno notizie a partire dall'XI secolo e che venne concessa nel 1558 da papa Paolo IV all'Arciconfraternita dei Pellegrini. Questa, a partire dal 1587, pose mano alla ricostruzione dell'edificio secondo un progetto di Martino Longhi il vecchio. Tuttavia, in corso d'opera, fu data la precedenza al progetto di Paolo Maggi, secondo il quale fu completata nel 1616. La chiesa rimaneva però mancante di facciata, che fu eseguita nel 1723 su progetto di Francesco de Sanctis, l'architetto della scalinata di piazza di Spagna. Il vasto interno è a croce latina. Nel lanternino della cupola, l'Eterno Padre, di Guido reni (1612), all'altar maggiore la SS. Trinità, sempre del Reni (1625): ai lati, due grandi candelabri votivi del 1616, opera di Orazio Censore, offerti alla chiesa dal Popolo Romano. Nella crociera sinistra una miracolosa immagine mariana, "auxilium cristianorum" proveniente dal palazzo Capranica in via del Teatro Valle. Nella seconda cappella sinistra Madonna col Bambino e santi del Cavalier d'Arpino. Nella prima altra Madonna col Bambino e santi del Borgognone (1677). A fianco della chiesa sorgeva un tempo il grande Ospizio dei Pellegrini, che soprattutto assisteva le migliaia di pellegrini che giungevano a Roma in occasione degli anni santi, eretto nel 1622. Di esso rimangono scarse reliquie poiché a partire dal 1940 fu demolito svuotando l'isolato in cui si trovava. Si trattò di uno dei più violenti sventramenti effettuati nel centro di Roma. Esso proseguì fino al 1968 con la costruzione di nuovi edifici che, come si può vedere, risultano estremamente dissonanti rispetto al contesto in cui vengono a trovarsi, in un'area che inoltre è recentemente risultata ricchissima di preesistenze archeologiche medievali e romane.