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S. Vitale

Certo una delle chiese più sacrificate dalle sistemazioni successive il 1870, che l’hanno praticamente seppellita sotto al livello stradale e soffocata tra enormi edifici. Si affaccia su via Nazionale, diversi metri Sotto il livello della strada, oscurata dalla mole del palazzo delle Espo­sizioni, e certo notata da pochi passanti, sebbene sia chiesa antichis­ima. Fu costruita sotto papa Innocenzo I (40l-4l7), ricostruita sotto Leo­ne III (795-801) e ridotta di dimensioni da Sisto IV nel 1475, abbatten­do le navate minori e chiudendo gli intercolunmi della navata centrale, che divennero muri perimetrali. La chiesa così ridotta passò nel 1598  ai Gesuiti per il loro noviziato. e questi la collegarono con un giardino all’altra chiesa al sommo del Quirinale, S. Andrea, secondo un proget­to che mirava a creare un ambiente consono alla formazione e alla medi­azione dei futuri membri della Compagnia di Gesù, seguendo dei programmi iconografici sia per la chiesa che per la sistemazione del giar­dino, allusivi al martirio a cui andavano incontro i Gesuiti in terra di missione. Si accede alla chiesa per la scalinata che scende al portico paleocri­stiano ripristinato; nel muro di facciata sono state rimesse in luce le colonne della facciata del V secolo. L’interno, a navata unica, con pavi­mento e soffitto rifatti modernamente. mostra il ciclo di pitture di cui sopra, che costituisce un interessante esempio di pittura «controrifor­mata» a cavallo dell’anno 1600. L’angolo obliquo della chiesa rispetto a via Nazionale è quanto rimane dell’asse di via S. Vitale che ancora sopravvive col suo nome nel tratto ­dove si affaccia la Questura, e come vicolo dei Serpenti tra via del Boschetto e via dei Serpenti. Il tracciato corrisponde all’ antico Vicus Longus, che seguiva il fondovalle tra i colli Quirinale e Viminale, an­dando a sboccare presso l’attuale piazza S. Bernardo, una zona densa­mente edificata in età romana da insulae popolari, frammiste alle domus patrizie che scendevano dalle sommità dei colli.

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