S. Sudario dei Piemontesi
La chiesa
Interno
Altare
La chiesa
Un'altra delle chiese invisibili di Roma: per la sua scarsa appariscenza architettonica all'esterno, per il suo trovarsi in una strada marginalizzata, qual'è via del Sudario nei confronti del vicino corso Vittorio Emanuele II, e non ultimo per essere quasi sempre chiusa. Nacque come sede di una confraternita dei Piemontesi residenti a Roma che si proponevano la venerazione della reliquia della Sacra Sindone conservata a Torino. I lavori di costruzione, affidati all'architetto Carlo di Castellamonte, furono eseguiti nel 1604-1605. La chiesa fu ampliata da Carlo Rainaldi tra il 1660 ed il 1690. Allo stesso Rainaldi si deve anche la facciata, eseguita tra il 1685 ed il 1687. La chiesa, dopo il 1870, passò sotto il patronato di Casa Savoia, e nel 1948 sotto quello della presidenza della Repubblica Italiana. All'interno, sull'altar maggiore, Pietà di Antonio Gherardi. Il tabernacolo, così come il paliotto e la balaustra, sono in marmi preziosi. Uscendo dalla chiesa, poco oltre, è la piccola chiesa di S. Giuliano dei Belgi, chiesa nazionale che nell'aspetto attuale risale al 1680-1682. Tra le due chiese sorge uno dei più rari edifici di abitazione del XV secolo in Roma che siano tuttora ben conservati, la Casa del Burcando, ovvero di Johannes Burckhardt, cerimoniere papale alla corte di Alessandro VI Borgia (1492-1503). Nella costruzione fu incorportata una torre medievale, che prese il nome di Argentina dalla città di Argentoratum, denominazione latina di Strasburgo, città natale del Burcando; da cui l'appellattivo di Torre Argentina dato al quartiere circostante. Attualmentene la casa è sede della Biblioteca e del Museo Teatrale. Di fronte alla chiesa del Sudario, il palazzo Caffarelli, poi Vidoni, opera del Lorenzetto (1515), dove sono presenti molti elementi dello stile architettonico di Raffaello, di cui Lorenzetto era discepolo.