S. Spirito dei Napoletani
La chiesa
La chiesa
Chiesa apparentemente assai anonima, lungo via Giulia. E' di notevole importanza, se non altro per essere la chiesa nazionale dei Napoletani, ricchissima di memorie storiche che meriterebbero di essere meglio conosciute. Sorse nel XIV secolo con dedica a S. Aurea, per essere poi sede dal 1574 dell'Arciconfraternita dei Napoletani. La chiesa fu ricostruita due volte, la prima su disegno di Ottaviano Mascherino e facciata dell'architetto napoletano Cosimo Fanzago, nel 1619 e 1650; la seconda nel 1700 su progetto di Carlo Fontana, e la presenza di questi nomi importanti per una chiesa apparentemente così modesta dimostra la cura che le veniva prestata per il fatto di essere una chiesa "nazionale" della più importante "nazione" italiana, quella napoletana, con tanto di patrocini da parte regia. Nel 1852-63 vi fu una terza completa ricostruzione ad opera dell'architetto Antonio Cipolla. L'interno, assai semplice, è ricco di epigrafi tombali provenienti dalla precedente chiesa. Qui era stato sepolto nel 1799 il celeberrimo critico d'arte neoclassica Francesco Milizia. Nell'abside è il sarcofago che raccoglieva i resti di Francesco II di Borbone, ultimo re delle Due Sicilie (1859-60 morto nel 1894) e di sua moglie Maria Cristina di Baviera (morta nel 1925), oltre che dalla loro figlia Maria Cristina morta prematuramente, di recente trasferiti a Napoli. Sulla destra della chiesa è conservata parte della facciata del seicentesco Collegio Ghisleri, demolito quasi del tutto nel 1936 per la costruzione del grande edificio del liceo-ginnasio Virgilio, che peraltro lungo via Giulia presenta un'architettura che cerca di ambientarsi con gli edifici circostanti, mentre la mancata chiusura dello squarcio di vicolo della Moretta rende sgradevole la vista del retro dell'edificio, in stile "Novecento".