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S. Saba

Questa bella chiesa-monastero, non conosciuta quanto meriterebbe, sorge sul piccolo Aventino, e dà il nome al bel quartiere di edilizia popo­lare che vi èsorto attorno agli inizi del nostro secolo, oltre che al rione stesso, il XXI. E'  la più importante presenza, forse, di monaci greci in Roma, che vi giunsero nel VII secolo, all’epoca delle invasioni arabe, come una filia­zione occidentale del monastero della Grande Lavra fondato a Gerusalemme da S. Saba oltre cento anni prima; tra l’VIII e il X secolo ebbe grande importanza per il prestigio dei suoi monaci che spesso svolsero fun­zioni di mediazione tra Roma e Bisanzio. Nell’XI secolo, dopo lo scisma d’Oriente, passò ai benedettini e a partire dal XVI cadde in una profonda decadenza, anche per il carattere malsano del luogo, fino a divenire, do­po i restauri d’inizio secolo, parrocchia del nuovo quartiere di S. Saba.

Si entra nel complesso per un protiro del XIII secolo, che immette in una corte dove si affaccia la chiesa, complesso attualmente caratteriz­zato da una grande quantità di interventi edilizi di diversi periodi. che ne rendono difficile la lettura. Dal portico si accede alla chiesa, divisa in tre navate da arcate su colonne di spoglio, navate che terminano in tre absidi secondo il modello orientale; il pavimento cosmatesco è del XIII secolo mentre gli elementi di arredo sono rifacimenti moderni con pezzi antichi. Sopra la cattedra episcopale è una notevole Crocifissione trecentesca; in un ambiente a sinistra della chiesa, la cosiddetta iv nava­ta, è una serie di affreschi notevoli della fine del XIII secolo, attribuiti al cosiddetto Maestro di San Saba.

Come già detto, il quartiere popolare retrostante la chiesa, che ha il suo centro in piazza Bernini, è forse il miglior esempio di edilizia popo­lare in Roma, costruito nel 1907-1914 da Quadrio Pirani con edifici bas­si e diradati e particolarmente curati, anche negli elementi decorativi, costituendo un insieme «a misura d’uomo» assai raro in questo genere di quartieri.

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