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S. Pudenziana

Non molto lontana da S. Prassede, è dedicata alla sorella di lei, e sorge sul luogo della domus di proprietà del senatore Pudente, lungo il Vicus Patricius,attuale via Urbana, che già dal nome denotava la presenza di residenze signorili. L’area della chiesa è ricca di resti di età romana, parte sotterranei, parte inglobati nell’edificio, e gli scavi di que­sto secolo hanno constatato la presenza di una casa di due piani sopra la quale fu costruito nel III secolo un edificio termale, edificio che alla fine del IV secolo, sotto papa Siricio (384-399), fu trasformato nella chiesa attuale. La chiesa fu restaurata nell’VIII e nell’ XI secolo, ma soprattutto, tra il 1585 e il 1599, fu effettuata una ristrutturazione generale a opera di Francesco da Volterra, mentre recente è la ricostruzione della facciata e la sistemazione dell’accesso su via Urbana, risalenti al 1870. Ulterio­ri ripristini furono effettuati nel nostro secolo. Attualmente la chiesa si presenta come profondamente infossata rispetto al livello stradale, il che indica l’innalzamento del terreno, soprattutto in queste zone più scoscese, dall’epoca tardo antica a oggi. Sulla sinistra della facciata, il bellissimo campanile a cinque ordini, risalente all’inizio del XIII secolo. La facciata conserva. come trabeazione del portale centrale, uno dei più bei rilievi medievali di Roma, con un fregio floreale e clipei nei qua1i sono  inserite le figure dell’Agnus e dei SS Prassede, Pastore, Pudenziana e Pudente. datati al 1080 circa. L’interno originariamente era a tre navate, divise da sei colonne per lato, che ben presto furono racchiuse entro pilastri; il restauro del 1588 ha trasformato la chiesa a navata unica, ottenendo cappelle nelle nava­te laterali, e rimettendo parzialmente in luce le colonne. I restauri del 1930 hanno scrostato pareti e pavimento per rimettere in luce tracce del­le murature originarie dell’aula termale così come del pavimento musivo di questa. Nella navata destra, accesso alla sagrestia, nella cui volta è un affresco raffigurante la Conversione di S. Guglielmo d ‘Aquitania. opera del Domenichino (1625). L’abside conserva tuttora il superbo mosaico della fine del IV secolo, raffigurante Cristo in trono, circondato dagli apostoli e dalle SS. Prassede e Pudenziana, con sullo sfondo la raffigurazione di Gerusalemme, e in alto i simboli degli evangelisti; restaurato ai margini in seguito ai rifacimenti cinquecenteschi, conserva comunque una grande maestà e un’aria altamente classica che deriva dalla sua datazione assai antica. Alla fine della navata sinistra si può accedere all’oratorio Mariano, che si affaccia dietro l’abside della chiesa, sulla retrostante via Cesare Balbo, il quale è completamente affrescato con un ciclo di pitture risalenti al pontificato di Gregorio VII (1073-1085). di poco precedenti e affini a quelle della basilica inferiore di S. Clemente. Ritornati nella chiesa, nella navata sinistra, si apre la cappella Caetani, che sorge sul sito dell’oratorio di S. Pastore, ritenuto il primo luo­go di culto stabilito nella domus di Pudente. La cappella è una splendi­da realizzazione tardocinquecentesca, iniziata da Francesco da Volterra e completata da Carlo Maderno, ricchissima di marmi, stucchi, mosaici, monumenti funebri, ecc. Sempre sulla navata sinistra, il monumento funebre del cardinale Luciano Bonaparte, nipote di Napoleone, che promosse i restauri del 1870 (1895). Nei sotterranei della chiesa sono conservati i resti della casa romana su cui poi fu costruito l’edificio termale. Sul retro della chiesa, dove si affaccia l’oratorio Mariano, passa la via Cesare Balbo, tracciata in epoca recente, e dominata dal muraglione che sostiene il Viminale e il ministero degli Interni, con delle gradevoli case a schiera dell’inizio di questo secolo

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