S. Prisca
La chiesa
Interno
Pala d'Altare
La chiesa
Questa chiesa dell’Aventino risulta assai negletta, poiché si trova al di fuori dell’asse che congiunge S. Sabina ai Cavalieri di Malta, dove si concentrano i principali motivi di interesse del colle, benché sia anch’ essa di antichissima origine. Si vuole sia sorta sulla casa di Aquila e Priscilla, che vi avrebbero ospitato S. Pietro. Una chiesa vi è documentata dal V secolo, ma nell’aspetto attuale è quasi dovuta ai restauri del sei-settecento. La facciata è tardo-manierista. E interno a tre navate suddivise da sette colonne ioniche per parte, parzialmente inglobate da pilastri. La pala dell’altar maggiore, raffigurante S. Pietro che battezza S. Prisca, è ritenuta il capolavoro di Domenico Cresti, detto il Passignano (circa 1600). Dalla navata destra si accede agli ambienti sotterranei di una casa romana, datati tra il I e il II secolo d.C., che dovevano essere sede dell’originario titulus Priscae. In questi ambienti si conserva anche un mitreo, tra i più importanti di Roma, meno noto ma forse più significativo di quanto non sia quello celeberrimo di S. Clemente, poiché conserva una serie di pitture ed arredi che illustrano molto bene i diversi aspetti del culto mitraico. Dal vestibolo, dove è visibile l’angolo in cui venivano uccise le vittime, alla cella del santuario, con nicchie che ospitavano statue legate alle diverse fasi del rito, all’edicola raffigurante Mitra che uccide il toro, agli affreschi che raffigurano, tra l’altro, I sette gradi dell’iniziazione, alla caverna detta Caelus, che simboleggiava la volta celeste, alla stanza delle iniziazioni, tutto ci rimanda a questa religione venuta dalla Persia che tra III e IV secolo fu il più diretto antagonista del cristianesimo nella conquista spirituale dell’Impero Romano. e diversi aspetti della quale hanno probabilmente informato di sé altri specifici aspetti della religione cristiana dei primi secoli.