S. Pietro in Montorio
La chiesa
Interno
Tomba
La chiesa
La chiesa, che sorge sul Gianicolo, il “Monte Aureo” dei Romani (così chiamato poiché si immaginavano favolosi giacimenti di sabbie aurifere), è una vero e proprio museo per i tesori d’arte che vi racchiude. La tradizione vuole che lì venisse crocifisso San Pietro. Questa leggenda fu l’ispiratrice di quella gemma architettonica del Bramante, ovvero il tempietto circolare edificato nel chiostro, nel punto dove si pone il sito della crocifissione stessa e persino il foro in cui fu piantata la croce di Pietro. Essa forse è stata edificata proprio in quel luogo per contrapporre a Giano - il dio delle porte - a cui il colle era dedicato - Pietro, colui che ha in consegna le “chiavi” della Chiesa universale. A questa bellissima chiesa del ‘400 era annesso un monastero abitato nel secolo XIV dai monaci celestini. Esso appartenne alle venti principali Abbazie di Roma. Dopo un secolare abbandono fu donato ai Frati Minori. Il re Ferdinando IV e sua moglie Elisabetta di Spagna, subito dopo la cacciata degli arabi, fecero riedificare la chiesa su disegni di Baccio Pontelli. L’area per la riedificazione della chiesa ed annesso convento, fu concessa con bolla del 18 giugno 1472 ai padri Amedeisti. Sisto V la dichiarò titolo di cardinale; davanti alla chiesa sorse una piazza e dalla parte collinare fece costruire grosse mura per evitare che franasse. La facciata, semplice ed austera, si presenta su due ordini con un rosone gotico centrale ed una scalinata del 1605 a doppia rampa che immette nella chiesa. Lateralmente si vedono i volumi delle cappelle interne. L’interno, a navata unica, ha cinque cappelle laterali sia a destra che a sinistra. Le ultime due si aprono a formare un accenno di transetto. L’abside molto profonda ha forma poligonale. Cappelle di destra: La prima cappella racchiude opere di Sebastiano del Piombo, eseguite intorno al 1518; in esse è raffigurata una superba “Flagellazione” di Sebastiano del Piombo, dipinto ad olio su muro, su disegno di Michelangelo. Nel catino dell’ abside è rappresentata “La Trasfigurazione” e sull’arco i profeti Geremia ed Isaia. Seconda cappella : sopra l’altare un affresco del Pomarancio (1654) della “Madonna della Lettera” Trasferito nella chiesa da un’edicola di strada in seguito ad una serie di eventi miracolosi; nel catino, un affresco dell’”Incoronazione di Maria” di chiara ispirazione pinturicchiesca. Sugli archi di questa cappella e quelli delle successive affreschi rappresentanti Virtù e Sibille, attribuiti a Baldassarre Peruzzi. Quarta cappella: Il soffitto è affrescato dal vasari che inserisce a sinistra un suo autoritratto in abito nero.In questa cappella sono conservate le spoglie mortali di Beatrice Cenci, la giovinetta decapitata per avere ucciso il padre che abusò di lei: La tomba che la racchiude è priva di iscrizione. L’architettura della quinta cappella è opera del Vasari (1552) del quale è opera anche la “Conversione di San Paolo”. Sull’altare; le pitture e gli stucchi sono attribuiti a Giulio Mazzoni; di Bartolomeo Ammannati sono i monumenti funebri del cardinal Del Monte e di Roberto Nobili. Fino al 1797 Un capolavoro di Raffaello la “Trasfigurazione” era sopra l’altare Maggiore, ma ora si trova nei musei vaticani.Adesso sull’altare c’è “la crocifissione di san Pietro” copia ottocentesca del pittore Camuccini. L’originale di Guido Reni si trova in Vaticano. A Daniele da Volterra, autore della quinta cappella sinistra, è attribuito il dipinto sull’altare “Il battesimo di Gesù. A Giulio Mazzoni sono attribuiti gli stucchi e dipinti della volta. Un allievo di Antoniazzo Romano ha affrescato la terza cappella. Alla stessa mano si deve “S. Anna”e “La Vergine e il Bambino” che sovrastano l’altare. La bella creazione barocca della seconda cappella che tiene conto della ricaduta della luce è stata realizzata nel 1640 da Bernini per i Raymondi. Al centro del chiostro, si erge il bellissimo Tempietto del Bramante che è stato realizzato nel 1502 sul luogo in cui la tradizione dice che avvenne la crocifissione di Pietro; è a pianta centrale, con 16 colonne che sorreggono una loggia e la sovrastante cupola. All’interno si trova un cinquecentesco San Pietro di scuola lombarda e statue della bottega del Bernini. Nella Cappella sotterranea, riccamente decorata, v’è al centro il foro in cui sarebbe stata piantata la croce del martirio dell’Apostolo. Il Tempietto venne commissionato a Bramante nel 1502 e fu eretto nel cortile quadrangolare della chiesa omonima. Nel progetto originale tale cortile doveva essere circolare. Il tempietto vuole riallacciarsi al tipo romano di tempietto rotondo; consiste in due cilindri: colonnato e cella. Il colonnato basso e largo, composto da sedici colonne di ordine tuscanico che sorreggono una trabeazione classica decorata da metope e triglifi è chiuso da una balaustra. Sulle metope sono rappresentati oggetti liturgici. La cella alta è organizzata in due ordini, della stessa proporzione sia in altezza sia in larghezza, ed é costituita da un corpo cilindrico a tamburo con nicchie e finestre divise da pilastri, sormontato da un' ampia cupola emisferica sia internamente che esternamente. IL tempietto ha un assoluto equilibrio volumetrico che vuole rappresentare la Chiesa ideale, lungamente teorizzata. Edifici a pianta centrale, come questo, appaiono anche su affreschi e dipinti quali sposalizio della Vergine” di Raffaello, “La città ideale” di autore ignoto. Il Tempietto divenne così un esempio per altri architetti, quali il Palladio, che collocherà l'edificio di Bramante insieme a quelli degli antichi.