S. Pantaleo
La chiesa
Interno
Dipinto
La chiesa
Ci si domanderà, vedendo l'interno sontuosamente tardo-barocco di questa centralissima chiesa sulla strada di piazza Navona, come mai è stata inserita tra quelle del sette-ottocento. E' a motivo della sua facciata ottocentesca, che insieme all'adiacente mole del palazzo Braschi costituisce uno dei pochissimi ambienti urbani prettamente neoclassici che vi siano a Roma, oltre a piazza del Popolo e a quella dei Cavalieri di Malta. Sensazione che doveva essere ancora più forte fino al 1885 circa, quando per l'apertura di corso Vittorio Emanuele II la piazzetta antistante perse il suo carattere raccolto, di semplice slargo dell'antica via Papalis. La chiesa di S. Pantaleo, ricordata fina dal 1198, in origine aveva orientamento opposto all'attuale, affacciandosi su piazza de' Massimi, fino alla ricostruzione di G.A. de Rossi, effettuata tra il 1681 e il 1689. La facciata è opera del Valadier,che la realizzò per conto di Giovanni Torlonia nel 1806,con un disegno estremamente semplificato e "rivoluzionario", in cui si sono voluti vedere addirittura degli accenni alle architetture utopistiche dello stesso periodo in Francia, e che comunque presenta un classicismo estremamente sobrio, con il finestrone termale e il fregio "militare-religioso" in stucco. Un asciutto pendant al monumentale palazzo Braschi, l'ultimo grande palazzo nobiliare eretto a Roma da un pontefice: papa Pio VIBraschi, per la propria famiglia. Ritornando alla chiesa, l'interno è forse la migliore creazione del de Rossi, un ambiente rettangolare con volta a Botte di esemplare classicismo tardobarocco, con sulla volta il Trionfo del Nome di Maria, opera di Filippo Gherardi (1687/92). Il sontuoso altar maggiore, adorno di marmi policromi, fu anch'esso completato dal Valadier nel 1802. L'urna di porfidio contiene le reliquie di S. Giuseppe Calasanzio. La chiesa ospita la tomba di Laudomia, la figlia di Brancaleone che fu uno dei tredici italiani a competere nella famosa disfida di Barletta. La lapide di questa tomba è l'unica iscrizione a Roma che faccia esplicito riferimento alla celebre sfida.