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S. Nicola dei Lorenesi

Desolatamente chiusa quasi sempre, è una delle tante chiese e chiesine di Roma che potrebbero ambire al titolo di "più sconosciuta", nonostante la presenza di numerosi elementi storici e d'arte. Affaccia sul piccolo largo Febo, creato interno al 1940 con un "diradamento" che fece scomparire un piccolo isolato al centro dell'attuale piazzetta, occupata da un micro giardino leggermente sopraelevato. Un intervento che in questo caso può dirsi accettabile. E' evidentemente un'altra chiese nazionali di Roma, di quella nazione lorenese che conservò gelosamente la propria indipendenza fina al tardo XVIII secolo prima di entrare a far parte del regno di Francia, e che mantenne sempre strettissimi rapporti con Roma,mantenendovi una folta comunità, che raggiunse il massimo splendore nel corso del Seicento, quando dalla Lorena giunsero anche moltissimi artisti "vedutisti" di cui il più grande esponente è Nicolas Lorrain. E' infatti nel 1623 che la chiesa di S. Nicola in Agone, ricordata fin dal 1186, viene ceduta alla nazione lorenese, che ne intraprende subito la ricostruzione conclusa nel 1636, mentre la decorazione interna fu completamente eseguita nel corso della prima metà del Settecento. La facciata è di architettura piuttosto semplice. L'interno è un'aula rettangolare,a  volta, con due cappelle laterali e cupola, e nella bella decorazione omogenea di marmi, pitture e stucchi,s stucchi, spiccano i molti affreschi eseguiti da Corrado Giaquinto, nella controfacciata, nella volta, nei pennacchi della cupola, nella cupola, nei transetti destro e sinistro, nella volta del coro, datati al 1730-31, che fanno della chiesa una sorta di antologia dell'opera di questo importante pittore. Di fronte alla chiesa, sull'altro lato di largo Febo, l'hotel Raphael, ricostruzione "mimetizzata" degli anni Sessanta di un edificio antico di cui sono stati lasciati in piedi solo i muri perimetrali.

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