S. Nicola da Tolentino
La chiesa
Interno
Lapide
La chiesa
Un'altra delle chiese semi-sconosciute di Roma, nonostante che sia di dimensioni piuttosto monumentali. Ma il fatto di trovarsi sull'omonima via, in un quartiere monopolizzato da banche, ministeri e uffici, la esclude da ogni percorso turistico battuto. La costruzione fu iniziata dagli Agostiniani Scalzi a partire dal 1620, per opera dell'architetto Carlo Butti, al quale seguirono Giovan Battista Mola, Martino Longhi il giovane, ed infine Giovan Maria Baratta, che concluse la costruzione nel 1658. Nel 1883 papa Leone XIII concesse la chiesa al Collegio Armeno. La monumentale facciata poggia su un'ampia scalea, costituendo un insieme di accentuata verticalità il cui aspetto scenografico era rimarcato dal trovarsi la chiesa, in origine pressoché isolata, al sommo della salita che iniziava da piazza Barberini. L'interno è ampio e solenne, permeato di luce diffusa, con una ricca policromia di marmi. Gli affreschi della cupola raffigurano la Glorificazione di S. Nicola da Tolentino, e sono opera di Giovanni Coli e Filippo Gherardi (1670). All'altare del transetto destro, S. Giovanni Battista del Baciccia (1670 ca.). L'altare maggiore fu realizzato dal Baratta su disegno dell'Algardi (1651), su disegno del quale fu realizzato anche il gruppo della nicchia soprastante (la vergine col Bambino, S. Agostino e S. Monica appaiono a S. Nicola da Tolentino, che ricorda un episodio miracoloso della vita del santo), eseguito da Domenico Guidi ed Ercole Ferrata. Proseguendo nella visita, a sinistra dell'altare, la cappella Buratti Mola, la quale forse fa parte di una chiesa di poco precedente all'attuale sorta sullo stesso luogo e poi demolita. Ma l'episodio più interessante è costituito dalla seconda cappella sinistra (Gavotti), capolavoro del Barocco romano, realizzata da Pietro da Cortona nel 1668, e quindi l'ultima delle sue creazioni, architettura che nelle dimensioni limitate riesce a rendere un'idea di monumentale vastità. All'interno, a destra S. Giuseppe, scultura di Ercole Ferrata, a sinistra S. Giovanni Battista, di Antonio Raggi, sull'altare un altorilievo della Vergine, di Cosimo Fancelli. Nella cupola della cappella una gloria di angeli iniziata da Pietro da Cortona e completata da Ciro Ferri. Usciti dalla chiesa,a sinistra sorge il moderno complesso del Collegio Armeno, costruito nel 1942-43 al posto del precedente, distrutto per l'apertura di via Bissolati. Di fronte, sull'altro lato di via S. Nicola da Tolentino, l'edificio risalente al 1940 del Pontificio Collegio Germanico-Ungarico, i cui seminaristi erano chiamati "gamberi cotti" dal colore dell'abito che indossavano. Sotto di esso si conserva una grande cisterna idrica dell'età di Adriano (117-138), a quattro navate su due piani.