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S. Maria Maddalena

E' uno dei pochi esempi veramente significativi dell'arte rococò a Roma, dove nel Settecento l'architettura religiosa è più che altro tardo barocca o "barocchetta", o ispirata, più o meno consapevolmente, a stili borrominiani; ma manca quasi del tutto una qualche grande realizzazione secondo lo stile rococò, che ha lasciato sommi capolavori dei paese dell'Europa centrale. La chiesa della Maddalena è quanto di più vicino ci sia in Roma a queste opere. Modesta cappella ricordata fin dal 1320, fu ceduta nel 1586 con l'annesso ospedale a S. Camillo de Lellis, e da allora è officiata dai Padri Camilliani, che nel 1621 aprirono la piazza antistante e nel 1631 iniziarono la ricostruzione della chiesa, che andò avanti ad un ritmo estremamente lento, con la realizzazione della cupola e della volta da parte di Carlo Fontana nel 1673, mentre il completamente venne rapidamente effettuato su progetto di G.A. de Rossi tra il 1695 ed il 1699. La facciata fu invece realizzata solamente nel 1735 da Giuseppe Sardi, e costituisce, come detto, il più cospicuo esempio di stile rococò a Roma. E' a due ordini, concava, interamente decorata a stucchi, e il recente restauro le ha ridato l'originaria, vivace policromia. Nei due ordini, a lato del portale e del finestrone, statue entro nicchie. L'interno costituisce una splendida integrazione dell'impianto architettonico tardo barocco del De Rossi con le più tarde, ricchissime decorazioni rococò. E' a navata unica, ellittica, con cappelle sui lati, transetto e profonda abside. Sulla controfacciata, ricchissimo organo, con cantoria in legno dorato e figure di stucco, del 1735-36. Alle pareti, entro nicchie, statue allegoriche raffiguranti virtù, quelle di destra in stucco, di sinistra in marmo, opera di diversi artisti di tarda derivazione berniniana. Molto belli sono i confessionali in legno intarsiato, del 1762. Nella seconda cappella di destra, venerata immagine cinquecentesca della Madonna della Salute, nella terza, sotto l'altare, urna con le reliquie di S. Camillo de Lellis, volta affrescata da Sebastiano Conca con la Gloria di San Camillo. Nel passaggio laterale, Maddalena, preziosa scultura lignea del XV secolo proveniente dalla chiesa precedente. A destra dell'altar maggiore è conservato il venerato Crocifisso che parlò a San Camillo. La terza cappella sinistra, dedicata a San Nicola di Bari, è su disegno di Mattia De Rossi e Carlo Bizzaccheri, decorata con marmi molto pregiati nel 1694-96. All'altare, Gesù, la Vergine e S. Nicola di Bari, del Baciccia (G.B. Gaulli, 1698), mentre nella seconda cappella sinistra, S. Lorenzo Giustiniani adora il Bambino, tela di Luca Giordano (1704). Ma forse uno dei maggiori tesori della chiesa è la splendida sagrestia, cui si accede a sinistra dell'altar maggiore, intatto ambiente settecentesco che ancora conserva pressochè integro il mobilio originario, dipinto a finti marmi, un unicum tra gli arredi sacri a Roma. Il convento annesso alla chiesa della Maddalena, a sinistra della facciata, fu costruito tra il 1680 ed il 1707 su disegni di Carlo Francesco Bizzaccheri, e conserva ancora dei ricchi ambienti interni decorati con affreschi, tele e stucchi. La parte che da sulla piazza della Maddalena è dal 1872 adibita a scuola. Facendo il giro dell'isolato conventuale lungo l'appartata via del Collegio Capranica si giunge in piazza Capranica, dove di fronte alla chiesa di S. Maria in Aquiro si trova la casa Giannini, una delle più belle e significative testimonianze dell'edilizia civile settecentesca, sorte dopo il 1748 come casa d'affitto, a sei piani oltre alle botteghe al pianterreno, con una ricchezza e raffinatezza nella soluzione delle decorazioni (diverse ad ogni piano per le finestre) veramente particolare. Di questi edifici che modernamente potremo definire "condominiali" se ne trovano molti, soprattutto nei rioni "periferici": Campo Marzio, Colonna, Trevi, Monti ecc., e sono stati immeritatamente poco apprezzati finora

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