top of page

S. Maria in Monserrato

Questa bella chiesa affacciantesi su uno dei più importanti «itine­rari» urbani della città è oltremodo ricca di memorie storiche, oltre­ché artistiche, che ne rendono di grande interesse la visita. È la chiesa nazionale degli Spagnoli a Roma, in origine dei cata­lani, ed è testimoniata a partire dalla metà del Trecento, con la pre­senza di un annesso ospizio. Nel 1518 ne fu iniziata la ricostruzione a opera di Antonio da Sangallo il Giovane, ricostruzione che andò a rilento, portata avanti da Francesco da Volterra che costruì la facciata tra il 1582 e il 1593, mentre l’abside fu compiuta solo nel 1675 a opera di G.B. Contini. Poiché il patrocinio della chiesa fu sempre più affidato alla Corona spagnola, nel 1817 questa decise di trasferire qui tutti gli arredi della chiesa di S. Giacomo a piazza Navona, e contemporaneamente effettuare un restauro generale che fu eseguito da Giuseppe e Pietro Camporese, mentre tra il 1849 e il 1912 furono ricostruiti gli annessi edifici lungo via Giulia e via della Barchetta. La facciata, a due ordini, ha avuto la parte superiore completata nel 1926-29, ed è assai movimentata, con il portale settecentesco tra colonne che reca in alto il gruppo della Madonna col Bambino che sega la roccia, allusione al santuario catalano di Montserrat (Mon­tesegato). L’interno è a navata unica, con cappelle laterali e vasta abside, e decorazione rifatta nell’Ottocento; la prima cappella destra, di S. Diego, è di grande interesse, con la pala d’altare raffigurante S. Diego d’AIcala, di Annibale Carracci, da S. Giacomo a piazza Navona, e le tombe diCallisto III e Alessandro VI, i due pontefici di casa Borgia, originari della Spagna, oltre alla tomba di Alfonso XIII, re di Spagna morto in esilio a Roma nel 1941. Nella terza cap­pella sinistra, S. Giacomo, bella statua di Jacopo Sansovino, prove­niente dall’omonima chiesa. Nella sala delle conferenze dell’annes­so collegio Spagnolo, busto di monsignor Montoya, splendida crea­zione del Bernini (1621)

bottom of page