S. Maria di Loreto
La chiesa
Interno
Cupola
La chiesa
È tra le chiese più familiari ai romani, se non altro perché si trova su uno dei tragitti più frequentati, in prossimità di via dei Fori Imperiali, di fronte allacolonna Traiana. La chiesa fu iniziata nel 1507 dalla confraternita dei Fornari, si di un progetto a pianta centrale ottagona forse dovuto a Bramante stesso. Interrotto presto, fu ripreso a partire dal 1522 e proseguito in diverse fasi, fino all’intervento di Jacopo Del Duca, nel 1573-76 che completò i fianchi fino ad allora al rustico, costruì l’elaborata cupola e il campanile, mentre la decorazione interna venne eseguita nel corso del Seicento. Un restauro complessivo fu eseguito ne] 1870 circa da Luca Carimini, che costruì anche la retrostante, graziosa canonica. Certo l’esterno è di grande interesse, essendo ben leggibili le due fasi costruttive, il grande dado basamentale in laterizi e travertino, ancora permeato dell’architettura del primo Cinquecento, e la cupola ottagona a doppia calotta su tamburo, elemento di richiamo, così «sovradimensionata» rispetto alle modeste dimensioni dell’edificio, che culmina nella splendida lanterna vuota, esempio delle possibilità architettoniche aperte dalla tarda attività di Michelangelo, di cui il Del Duca fu intelligente allievo. Per apprezzare appieno il valore formale e volumetrico della cupola, occorre inoltre pensare a come si presentava nel suo originario contesto edilizio, un tessuto di fitte case tardo-cinquecentesche e successive che stringevano da presso l’edificio, così come la prospiciente colonna Traiana, sicché era possibile da vicino solamente una veduta dal basso, dove dapprima si imponeva il massiccio volume del «dado» basamentale, sopra il quale appariva ergersi la sovrabbondante cupola, in un crescendo che si concludeva nella già citata, elaboratissima lanterna. Da lontano, invece, dal Campidoglio o dal Quirinale, la cupola appariva fluttuante e rigonfia come una mongolfiera, al di sopra dei tetti delle case, quasi in concorrenza col vicino, dominante stelo della colonna, anch’essa svettante al di sopra delle case, uno degli insiemi visivi di maggior risalto ancora nelle vedute fotografiche di metà Ottocento di questa parte della città; da notare come anche il campanile presenti una analoga struttura, composta di due elementi, l’inferiore quadrangolare e il superiore circolare. L’interno è costituito da un ottagono iscritto in un quadrato, con quattro cappelle semicircolari, assai alterato dagli interventi del Carimini. All’altar maggiore, Padre Eterno e Madonna di Loreto, due tavole a fondo oro attribuite a Marco Palmezzano (fine XV secolo), provenienti da una precedente chiesa, ai lati, Transito e Natività della Vergine, tavole del Cavalier d’Arpino (1630); notare le belle sculture, in particolare i due Angeli di Stefano Maderno e la S. Susanna, splendida opera di Francesco Duquesnoy (1630-33), un insieme che illustra le altre tendenze, non berniniane, della statuaria seicentesca in Roma.