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S. Maria delle Fornaci

La sua completa denominazione è S. Maria delle Grazie alle Fornaci, e si presenta inaspettata nella sua veste settecentesca al centro di un moderno quartiere medio-borghese, sorto tra gli anni Venti e gli anni Sessanta fuori di Porta Cavalleggeri, in quella zona di colline argillose che si stendono ai fianchi del monte Vaticano, e che per questa loro natura dall'antichità fino ai tempi più recenti sono state sede delle fabbriche di mattoni con i quali si è costruita tanta parte degli edifici di Roma. Le due zone corrispondono agli attuali quartieri della valle dell'Inferno, tra la Balduina e la Pineta Sacchetti, così chiamata dal fosco aspetto delle ciminiere in attività di queste fabbriche, e della valle del Gelsomino, ovvero la zona ora solcata dalla via Gregorio VII, dove appunto la tradizione industriale del luogo è ricordata dalla via delle Fornaci, così come la chiesa omonima. La chiesa fu iniziata nel 1694 e completata con la facciata attribuita a Filippo Raguzzini nel 1727, facciata che in alcuni elementi riecheggia il borrominiano oratorio del Filippini (mentre il campanile in stile settecentescosulla destra è stato costruito negli anni Venti del XX secolo). L'interno è a croce greca con acappelle angolari e profonda abside. Da notare nella seconda cappella sinistra, all'altare , Sacra Famiglia e S. Giovannino, di Giuseppe Chiari, mentre le lunette sono opera di Marco Benefial.

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