S. Maria dell'Anima
La chiesa
Cortile
Acquasantiera
La chiesa
E' una delle più caratteristiche chiese della città, per il suo singolare aspetto che la fa apparire edificio più nordico che non romano, il che si spiega bene con il suo essere chiesa nazionale tedesca in Roma.
Ha origine da un ospizio per pellegrini fondato alla metà del XIV secolo, al quale nel 1399-1400 fu aggiunta una cappella, antenata dell’attuale chiesa. Nel 1499, in occasione del vicino Giubileo, ne fu decisa la ricostruzione secondo un progetto più imponente, in stile gotico, opera di un architetto tedesco, al quale fu presto preferito Andrea Sansovino (secondo alcuni critici, Giuliano da Sangallo) che eseguì la chiesa tra il 1500 e il 1518, data di completamento del campanile. Consistenti restauri si ebbero a metà dell’Ottocento, ad opera di Ludovico Seitz. La facciata, su via dell’Anima, si presenta a tre ordini, scanditi da lesene, con coronamento orizzontale; i tre portali classicheggianti sono attribuiti al Sansovino, come suo è il piccolo gruppo della Madonna tra due anime purganti sul timpano del portale mediano. Percorrendo il vicolo della Pace si hanno dei begli scorci sul campanile, che una tesi non confermata attribuisce a Bramante, con bifore rinascimentali, pinnacoli goticizzanti e cuspide conica ricoperta “a squame” da maioliche multicolori, elemento che rafforza l’impressione «nordica» suscitata dall’edificio. Si accede normalmente alla chiesa da piazza della Pace, passando per un suggestivo chiostrino ricolmo di iscrizioni e frammenti antichi; si entra nella chiesa, a tre navate asimmetriche divise da pilastri, con cappelle laterali della stessa altezza delle navate, secondo il modello delle «Hallenkirchefl» tedesche, analogamente al duomo di Pienza. La navata centrale ha una decorazione pittorica e vetrate risalenti al restauro ottocentesco. A destra del portale, monumento del cardinale Andrea d’Absburgo (1600), nella prima cappella destra, S. Bennone riceve le chiavi della cattedrale di Meissen trovate dentro un pesce, opera di Carlo Saraceni (1618), nella seconda, tomba del cardinal Sluse, con busto di Ercole Ferrata, nella terza, Storie della Vergine, del Sermoneta (1549), nella quarta, Pietà, scultura del Lorenzetto; in fondo alla navata monumento commemorativo dei caduti germanici e austroungarici nella Grande Guerra. La cappella maggiore è stata riccamente ridecorata a metà del Settecento da Paolo Posi; all’altar maggiore, Sacra Famiglia e santi, opera di Giulio Romano (1521-22), in origine dipinta per la cappella della famiglia Fugger, i ricchissimi mercanti di Augusta. A destra il monumento funebre di Adriano VI (1522-23), eseguito nel 1529 su disegno di Baldassarre Peruzzi (Adriano VI, nativo di Utrecht in Olanda, precettore di Carlo V d’Absburgo, fu l’ultimo pontefice non italiano prima di Giovanni Paolo II). In fondo alla navata sinistra, tomba di Luca Holstenius (1586), importante umanista e geografo; nella quarta cappella sinistra, Deposizione e altri affreschi di Francesco Salviati (1549), nella prima, Martirio di S. Lamberto, opera di Carlo Saraceni (1617-18). La sagrestia è opera. di Paolo Martuscelli, del 1635. Uscendo dalla chiesa, per l’ingresso sul retro, si può nuovamente osservare l’insieme costituito dalla piazza e dal vicolo della Pace, con le masse ravvicinate delle due chiese, uno degli ambienti più suggestivi e caratteristici della città. Ritornando su via dell’Anima, a sinistra della facciata della chiesa, la casa Sander, costruita nel 1508 da Giovanni Sander e poi annessa all’ospizio Teutonico, bella architettura rinascimentale, con porte e finestre architravate e facciata interamente coperta di graffiti, stemmi, iscrizioni, secondo la moda in voga nel Cinquecento a Roma, tutti peraltro assai ridipinti, come gli altri presenti in diverse zone della città, anche a causa del deterioramento dovuto all’inquinamento atmosferico di questo secolo.