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S. Maria della Quercia

Piccola e deliziosa creazione del barocchetto romano, questa chiesa si trova collocata in posizione appartata nell'omonima piazzetta, che costituisce un tutt'uno con l'adiacente piazza Capo di Ferro, formando uno slargo ad L dovuto alla demolizione, intorno al 1940, di un blocco di case che separava i due spazi, col risultato di schiacciare completamente la piccola chiesa al confronto con i più grandi palazzi vicini, in omaggio alla malintesa teoria del "diradamento edilizio". Accanto alla chiesa si trova un'elce (quercus ilex) che ribadisce la denominazione della piazza e della chiesa. La chiesa sorge sul luogo di S. Nicola de Curte, concessa da Giulio II nel 1507 ai Viterbesi che vi portarono il culto della Madonna della Quercia, nel segno della quale vi fondò un arciconfraternita, l'"Università" dei Macellai, di grandissima importanza allora, nel 1532, da cui la chiesa prese il nome attuale. Benedetto XIII decise la ricostruzione della chiesa, affidata all'architetto Filippo Raguzzini, nel 1728 e fu consacrata nel 1738. Colpisce la facciata "panciuta" che certo risaltava adeguatamente prima che venissero demolite le case a sinistra. L'interno è a croce greca con cupola e tre cappelle. Rivestimenti marmorei ed affreschi risalgono ad un dissonante restauro del 1864. All'altar maggiore immagine della Madonna della Quercia, con ricca cornice con emblemi dell'Università dei Macellai, che si ritrovano anche sulla balaustra in metallo che la cinge. Di fronte alla chiesa il piccolo, ma armonioso, palazzo Ossoli, opera di Baldassarre Peruzzi che lo realizzò tra il 1520 ed il 1527, una delle più belle creazioni architettoniche del maturo Rinascimento romano. Particolarmente proporzionato il cortile. Grande attrazione esercita certo il vicino Palazzo Spada, monumento di tale importanza a cui qui si può solo accennare.

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