top of page

S. Maria dei Sette dolori

Questo complesso monastico è certo poco conosciuto anche da molti amatori di Roma: si trova su via Garibaldi, appena prima che questa svolti a sinistra, salendo verso il Gianicolo, e vi si accede da una grande cancellata che da su di un cortile interno. Il complesso fu fondato a partire dal 1642 per volontà di Camilla Virginia Savelli, che vi aveva raccolto delle giovani desiderose di farsi suore. Chiesa e monastero furono progettati da Francesco Borromini, che vi lavorò fino al 1655 dopo di che il cantiere fu interrotto a causa delle difficoltà economiche della fondatrice, ed è per questo che la facciata non fu mai completata, rimanendo al rustico. Entrando nel cortile, si vede la facciata del monastero, che ingloba la chiesa, delimitata da due corpi elissoidali che racchiudono una parete concava. Tutta la superficie da così l'idea di masse serrate e costrette, suggerendo un'analogia con la rigorosa clausura del monastero. Per accedere alla chiesa (peraltro difficilmente visitabile, vista la tuttora perdurante clausura) si passa in un vestibolo la cui architettura Borromini ha ripreso da un ambiente della piazza d'Oro di villa Adriana a Tivoli, a pianta ottagonale con volta piana, sorretta da quattro arcate. La chiesa è disposta lungo un asse parallelo alla facciata, come in quella dei Re Magi Propaganda Fide, e ha una pianta rettangolare a una navata, con gli spigoli smussati e le pareti scandite da colonne sorrette da una trabeazione continua che si conclude attorno ad una finestra ad imbuto rovesciato, oltre la quale è un vano che consentiva alle suore di assistere alle funzioni. Sull'altare sinistro è un quadro raffigurante S. Agostino, opera di Carlo Maratta. Nel monastero è un bel chiostro le cui decorazioni secentesche sembrano di ispirazione borrominiana.

bottom of page