S. Maria degli Angeli
La chiesa
Interno
Acquasantiera
La chiesa
E’ una delle più maestose e solenni, anzi stupefacenti, chiese dell’Urbe, conosciuta anche e soprattutto come chiesa ufficiale per le cerimonie dello Stato, ma che si presenta di straordinaria ricchezza nei suoi riferimenti storici, architettonici e infine artistici. La chiesa, a cui ora si accede da piazza della Repubblica, sorge all’interno del corpo centrale delle Terme di Diocleziano, il gigantesco complesso edificato dal grande imperatore tra il 298 e il 306 alla sommità del pianoro dove si riuniscono i colli Quirinale, Viminale ed Esquilino, e dove passavano alcuni dei principali acquedotti che rifornivano Roma. Dalla presenza dei resti delle Terme derivò il toponimo di «Termini».
Nel 1561 un sacerdote siciliano, Antonio del Duca, ottenne da papa Pio IV di consacrare agli Angeli e alla memoria dei martiri cristiani che furono impiegati secondo la leggenda nella costruzione delle terme gli ambienti del tepidarium di queste; il progetto fu fornito dal vecchio Michelangelo, e proseguito fino agli anni Ottanta, mentre, nel contempo, i Certosini, cui era stato affidato il nuovo tempio, costruivano il grande complesso conventuale adiacente.
L’intervento michelangiolesco fu assai rarefatto, limitandosi a unire al tepidarium alcuni ambienti adiacenti e conservando le mu-rature e colonne antiche, costituendo un organismo a croce greca il cui orientamento era perpendicolare all’attuale, per cui l’attuale transetto era in origine la navata principale. Nel1750, in vista dell’Anno Santo, fu effettuata una generale ristrutturazione, modificando l’orientamento, a opera di Luigi Vanvitelli, e furono qui trasferite le pale d’altare della basilica di S. Pietro, dove andavano rovinandosi per l’umidità e dove furono sostituite da copie in mosaico. L’attuale ingresso su piazza della Repubblica è dovuto ai restauri di inizio secolo che hanno rimesso in luce la muratura antica delle terme; si entra in un vestibolo, che forse in origine era il tepidarium delle terme, una rotonda a cupola, dove sono conservati quattro monumenti funebri, di Carlo Maratta, di Salvator Rosa, dello scultore Pietro Tenerani e del cardinale Francesco Alciati. Nel vano di passaggio, statua gigantesca di S. Brunone, fondatore dell’ordine dei Certosini, capolavoro dello scultore Jean-Antoine Houdon (1766-68), nella cappellina a sinistra Consegna delle chiavi, bella tela di Girolamo Muziano. Si accede al gigantesco tepidarium, coperto da tre volte a crociera sorrette da otto gigantesche colonne monolitiche di granito; a destra una bella meridiana del 1702 tracciata sul pavimento, e le tombe di tre protagonisti della prima guerra mondiale: Vittorio Emanuele Orlando, l’ammiraglio Paolo Thaon di Revel, e il maresciallo Armando Diaz. Nel braccio sinistro, alla parete sinistra, due splendide tele che testimoniano il passaggio dalla pittura barocca a quella neoclassica: la Caduta di Simon Mago, di Pompeo Batoni (1755) e la Messa di S. Basilio, di Pierre Subleyras (1743-47). Altre due grandi tele nel presbiterio; a destra il Martirio di S. Sebastiano, del Domenichino (1629) e a sinistra il Battesimo di Gesù, del Maratta (1697): nell’abside il monumento funebre di papa Pio IV 1565). Uscendo dalla chiesa, notare sulla sinistra gli ambienti antichi iutilizzati a partire dalla fine del Cinquecento come Magazzini dell’Olio e Granai Camerali, poiché proprio nella zona di Termini si concentrarono fino al 1870 i servizi annonari oltre che attività di mercato e industriali. Gli ambienti del monastero sono, a partire 1889, sede del Museo Nazionale Romano, oggi esteso al vicino palazzo dell’ex collegio Massimo, dopo un decennale lavoro di restauro, che ormai accenna a concludersi. Gli ambienti del convento i quali è da notare il bellissimo chiostro detto impropriamente di Michelangelo, ospiteranno il dipartimento Epigrafico del Museo, ricco di oltre 10.000 pezzi.