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S. Lorenzo in Piscibus

Un'altra delle chiese "invisibili" di Roma, a tal punto di non possedere nemmeno una facciata su strada, sicchè la sua presenza è resa avvertibile solamente a chi passi lungo Borgo S. Spirito. All'estremità di questo, verso S. Pietro, sulla destra, appare interrata parzialmente una piccola abside medievale ampiamente restaurata. Per accedervi occorre entrare al portone numero 24 dell'adiacente Via Pfeiffer. Il nome della chiesa deriva probabilmente dalla presenza vicina, un tempo, di un mercato del pesce, e la sua origine sembra essere remotissima visto che la tradizione la attribuisce a S. Galla, vissuta nella seconda metà del VI secolo, sebbene notizie certe si abbiano solo dalla fine del XII secolo. Dopo alterne vicende nel XVII secolo la chiesa fu donata agli Scolopi, che vi edificarono accanto una scuola e che la restaurarono a partire dal 1672, dopo che nel 1732 l'intero complesso fu ricostruito dall'architetto Domenico Navone, che ampliò la chiesa con un lungo atrio e una nuova facciata comunque inglobata in un isolato affacciato su piazza Rusticucci (attuale piazza Pio XII). Tale isolato, in cui si trovava la chiesa fu demolito per l'apertura di via della Conciliazione, ma la chiesa venne salvata in extremis. Essa subì poi, negli anni cinquanta, un intervento di restauro che la ricondusse alle presunte linee romaniche originali, cancellando gli interventi successivi. La facciata, di restauro, che prospetta su di un cortile interno, ha sulla sinistra un piccolo campanile romanico, del XII secolo. L'interno, terribilmente spoglio e largamente rifatto, è diviso in tre navate da undici colonne di marmo, e ormai non conserva più nulla di rilevante. Durante il restauro del 1950 fu ritrovata la stele del Palestrita, un raro rilievo sepolcrale originale greco del V secolo a.C.; esso faceva parte della collezione Cesi e venne poi trasformato in chiusura di una tomba. Si trova adesso nei Musei Vaticani.

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