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S. Girolamo della Carità

Questa chiesa sorge in via di Monserrato, all'angolo con piazza S. Caterina della Rota, dove si affacciano anche la chiesa omonima e quella dedicata a S. Tommaso di Canterbury. Secondo la tradizione, fu edificata sulla casa di S. Paolo che vi ospitò nel 382 S. Girolamo chiamato a Roma da papa Damaso. La chiesa originariamente a pianta basilicale a tre navate, ospitò a partire dal 1524 l'Arciconfraternita della Carità, che la fece ricostruire tra il 1654ed il 1660 ad opera di Domenico Castelli, mentre la facciata viene attribuita a Carlo Rainaldi, che lavorò nella chiesa insieme al padre Gerolamo (1660). L'inerno, a navata unica, ha un ricco soffitto ligneo a cassettoni. La prima cappella a destra, della famiglia Spada, è del massimo interesse. Opera di Francesco Borromini, che vi lavorò nei suoi ultimi anni, è completamente rivestita di marmi policromi, caso unico tra le opere dell'artista. I ,marmi simulano un rivestimento di stoffe sopra le quali sono disegnati medaglioni sorretti da nastri e funi, oltre alla presenza di fiori sparsi sul pavimento di marmo nero, che rendono l'idea del tappeto. Anche la balaustra simula un drappo di tessuto sorretto da due angeli, mentre in realtà è di diaspro, gli angeli sono di marmo, ma uno ha un'ala di legno, che, ruotando, permette l'accesso all'altare. Da notare anche al cappella Antamoro, a sinistra dell'altar maggiore, dedicata a S. Filippo Neri, unica opera certa in Roma di Filippo Juvarra (1708), ricchissima di stucchi. Dalla sagrestia si può accedere alle stanze di S. Filippo Neri, che vi abitò dal 1551 al 1583. Esse sono scaglionate su due piani e testimoniano con numerosi dipinti episodi e miracoli avvenuti durante la vita del santo.

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