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S. Giovanni in Laterano

Ufficialmente "Mater et Caput" di tutte le chiese di Roma e nel mondo. Per i cattolici è la Basilica più importante da visitare dopo S. Pietro. Facciata di A. Galilei (1691-1736). Le 15 statue barocche di Cristo e dei Santi sopra l’entrata principale sono talmente grandi da apparire sproporzionate rispetto alla vecchia Basilica. Alte come torri, sono visibili da lontano e simboleggiano la forza e la potenza della Chiesa. All’epoca della costruzione, si diceva scherzando che avrebbero schiacciato la facciata e la chiesa. Le porte centrali in bronzo (I sec. a.C.), bellissime nel loro verde scolorito e decorate di stelle, sono le porte originarie dell’edificio del Senato (Curia), situato nel Foro romano. Le piccole porte all’estrema destra contrassegnate da una croce di bronzo vengono aperte solo in occasione dell’Anno Santo. La colossale statua di Costantino (IV sec. d.C.) abbelliva le terme imperiali sul colle del Quirinale.

 

Storia

 

Sorge sugli avanzi della casa dei Laterani nella parte più meridionale del Celio. I Laterani possedettero quel palazzo sino a Plauzio Laterano console designato, il quale coinvolto  nella congiura dei Pisone contro Nerone, fu ucciso e le proprietà vennero espropriate. In seguito le case dei Laterani presero il nome di Domus Faustae.Nel 161 l’imperatore Marco Aurelio costruisce un palazzo in parte sottostante all’attuale Ospedale  San Giovanni.Nel 226 circa l’imperatore Settimio Severo restituisce la terra ai Laterani.La Basilica fu eretta da Costantino sull'area dei Castra nova severiana, (Castra nova equitum singularium) degli equites singulares, la guardia a cavallo dell’imperatore Massenzio.Costantino in seguito ne fece donazione (pare soltanto orale), al Papa e fu così che ebbe inizio il potere temporale dei papi. Fino dall' anno 313 la Domus Faustae risulta ufficialmente ceduta in proprietà al Papa e sede del primo concilio di  Melchiade contro  i Donatisti. Il complesso monumentale comprendeva allora, oltre alla Basilica, eretta su modello di S. Pietro, un Palazzo, (il Patriarchio), residenza estiva dei pontefici da Costantino alla cattività avignonese, ricostruito da Domenico Fontana nel 1586 ed oggetto dell'attentato del luglio 1993.

La basilica sorgeva al centro dei palazzi lateranensi: Originariamente non era molto grande; a cinque navate sotenute da più file di colonne, venne dedicata  a Cristo Salvatore. Alla fine del  secolo IV al nome del Salvatore furono aggiunto quelli del Battista e dell' Evangelista, ai quali era stato dedicato presso il Laterano un convento di monaci benedettini. Arricchita di marmi pregiati e decorazioni dorate,  la basilica fu chiamata “Aurea”. Dopo il sacco di Alarico, un ulteriore oltraggio fu  subìto dalla basilica  con il  saccheggio dei Vandali  di Genserico nel 455 :  S. Leone Magno (440-461) reintegrò i danni e le ruberie arricchendola di altre grandi opere. Il suo successore Ilario (461-468)  si concentrò principalmente sul Battistero con l’aggiunta di tre oratori.

Un nuovo restauro della basilica,  che versava  in uno stato di abbandono, fu fatto sotto  Adriano I (771-795),   e apparve in tutto il suo splendore nella Pasqua del 774 quando Carlo Magno vi si fece battezzare. Tra l’anno 844-847 sotto il pontificato di Sergio II vi furono nuovi interventi e sotto l’altare maggiore fu ricavata una “confessio”. Nell’anno 896 un terremoto fece crollare il tetto nella navata centrale e la ridusse a poco più di un cumulo di macerie; quel terremoto fu  ritenuto  un castigo divino  nei confronti di Papa Stefano VI che sottopose il suo predecessore ad un macabro processo (di cui si dirà oltre); La basilica venne riedificata completamente Sergio III (904-911), che ne conservò però le fondamenta e le dimensioni antiche. Egli fece ornare la tribuna di mosaici, lasciando a ricordo di quei grandiosi lavori una lunga epigrafe  nell' abside e sulla porta maggiore della basilica. Ma nella notte del 6 maggio dell' anno 1308 la basilica fu nuovamente distrutta da uno spaventoso incendio e ben poco si salvò da quella catastrofe.  Il papa era allora Clemente V, egli provvide subito a fare riedificare il tempio, che fu terminato sotto il pontificato che lo seguì.Lesionata dal terremoto che fece tremare la città nel 1349; nuovamente danneggiata da un altro incendio nel 1361, Urbano V affidò l’opera di ricostruzione all’architetto senese Giovanni Stefani, che  eliminò parzialmente le trabeazioni,  sostituì le colonne costantiniane con 20 pilastri in laterizio e realizzò, con il contributo  di Carlo V di Francia, il mastodontico tabernacolo  sopra l’altare maggiore. Al suo ritorno da Avignone  nel 1377, Gregorio IX,  che spostò la sua dimora nei palazzi di S. Pietro, fece un portale ornato da leoni , rifare il prospetto settentrionale ed aprire un rosone.

Le truppe di Ladislao d’Ungheria nel 1413 danneggiarono nuovamente la basilica, Martino V provvide a fare grandiosi restauri, che proseguirono sotto Eugenio IV. La chiesa venne arricchita dal pavimento cosmatesco  nel 1421, il soffitto fu riparato  e Gentile Da Fabriano  ricevette l’incarico per un ciclo di affreschi  nella navata destra. Furono murate le colonne ed i pilastri. La facciata della basilica manteneva ancora la struttura antica con tre finestre a sesto acuto, l'immagine del Redentore ed un portico di sei colonne. Sulle pareti  si ammiravano scene del vecchio e nuovo testamento.  Davanti al patriarchio,  s' ergeva la statua equestre di M. Aurelio, collocata là da  Sisto IV; presso il muro della città, era stato edificato un nuovo convento da Eugenio IV.

Ogni pontefice seguente, fino ad Innocenzo X, arricchì  il Laterano di nuove opere; cionnonostante il tempo faceva pesare il suo trascorrere, così Innocenzo X, la riedificò interamente affidando l' opera al Borromini. Clemente XII compì l' opera del Borromini,  facendo innalzara la nuova facciata da Alessandro Galilei  che fu compiuta nell' anno 1734. Della basilica medioevale restano il pavimento d' opera cosmatesca, il tabernacolo ed il mosaico dell' abside, restaurata nel 1292 dal papa Niccolò IV, per opera del francescano Giacomo di Turrita, assieme a fra Giacomo da Camerino. Leone XIII, emulando i suoi predecessori Sergio e Urbano, ha restituito al Laterano il suo splendore primitivo con magnifiche opere d' arte. Un campanile appartenente alla cattedrale doveva già esistere al tempo d Pasquale III poichè  nel 1115 risulta in parte distrutto a causa di un fulmine; ma  probabilmente in precedenza ve n’era una altro fatto risalire a papa Sergio III (904-911). L’attuale campanile ha la caratteristica di essere formato da  due piccoli campanili gemelli, risalenti all'età romanica,restaurati nel XIV secolo. Essi si innalzano  sopra la Loggia delle Benedizioni e sono costruiti in pietra silice dal  taglio simmetrico. Elevati su due piani, tali  costruzioni  presentano la superficie aperta da trifore con archetti poggianti su colonnine terminanti con capitelli a forma di piramide tronca. La sommità è sormontata da una cuspide molto accentuata, recinta alla base da una ringhiera a piccole colonne.

 Se nel corso dei tristi eventi di distruzione della basilica la struttura campanaria non sembra aver subito danni, il fulmine che la colpì  nel 1411  danneggiò gravemente uno dei due campanili, riparato poi da  Martino V  nel 1420. Altri due fulmini colpirono la struttura nell'età moderna (1537 e 1602). Una delle campane è datata al XIII secolo, mentre quella del 1492 risulta fusa da un certo Pietro "Teutonicus".

 

La basilica  come era

 

La prima basilica era lunga 98 metri e larga 56. La facciata era preceduta da un portichetto e da un atrio, adorna di mosaici  con fondo in oro con al centro la figura del Redentore, come si è già detto; nella fascia sottostante  erano raffigurati i quattro  profeti.

 L' atrio era circondato  da colonne  con fontane.  Nel  portico era ubicato l' oratorio di San Tommaso, dedicato dal pontefice Giovanni XXII, e  destinato ad essere la sacrestia pontificia; sulla porta campeggiava un dipinto del secolo X che rappresentava il Papa nell' atto della vestizione dei paramenti liturgici. Nella biblioteca Barberini si  conservavano  i disegni del secolo XVII dei mosaici dell' antico portico che rappresentava la flotta romana di Vespasiano, l' assedio di Gerusalemme, la donazione di S. Silvestro e il battesimo di Costantino, fatti forse durante i restauri di Alessandro III (1159-1181).  Li  probabilmente si trovava la celebre sedia balneare chiamata “ stercoraria”, su cui sedeva il Pontefice all’atto dell’intronizzazione. Nelle “curiosità” verrà spiegato il significato delle singolare denominazione. Nel portico v' erano sepolcri di papi e di illustri personaggi poiché  gli appartenenti ad una certa levatura sociale d' essere sepolti proprio in quel sito. A fianco della porta principale troneggiavano le statue dei santi Pietro e Paolo. Si presentava al centro con un ampio spazio absidale ed ai lati quattro piccole navate decrescenti verso l’esterno. Il soffitto, costruito con capriate lignee prendeva luce da ampie finestre. Nella navata le  colonne reggevano lunghe trabeazioni, mentre  le piccole navate laterali erano formate da  quarantadue fusti che terminavano su due ordini di archi. L’abside era ricoperta da lamine d’oro; ed illuminata da lampade preziose. L’altare centrare era circondato da un recinto di marmo in cui si custodiva (ed ancor oggi è ivi posta), la tavola di legno sulla quale la tradizione vuole che San Pietro celebrasse. Dietro l’altare correva un portico esagonale sostenuto da colonne, detto “Leonino”su cui era riportata la visione d’Innocenzo III e la”Tabula Magna” di Leone X  chiamato anche registro delle reliquie. Il Papa Pamphili (1644-1655) volle riportare la basilica all’antico fasto per cui,  imponendo condizioni pesanti e limitative, diede l’incarico a Borromini , che doveva rispettarne la strutture , lasciare inalterato l’antico impianto e rispettare il soffitto del ‘500. Borromini, nella sua rivisitazione  rimosse in parte le colonne  collocandone 24 ai lati delle nicchie centrali. Contravvenendo agli ordine del papa, cercò di movimentare  mura diritte e spigoli vivi  con spazi con ondulazioni sinuose come era nel suo stile. Vennero aperti cinque archi nella navata centrale e nei pilastri giganti che li scandivano, vennero aperte delle nicchie per le statue.

 

La basilica com'è

 

L’ingresso della Basilica è a cinque fornici e fu realizzato sotto Alessandro VII Chigi.

L’attuale facciata  è del fiorentino Alessandro Galilei (1691-1736). La gara venne vinta dal nominato non tanto per i particolari meriti artistici, ma per l’appoggio di Clemente XII anch’egli fiorentino, penalizzando così  Luigi Vanvitelli sicuramente più valente. Le 15 statue barocche di Cristo e dei Santi sopra l’entrata principale  vennero eseguite nel 1735; sono talmente grandi da apparire sproporzionate rispetto alla vecchia Basilica. Troneggiano imponenti  e sono visibili   da lontano a simboleggiare la forza e la potenza della Chiesa. All’epoca della costruzione, si diceva scherzando che avrebbero schiacciato la facciata e la chiesa.

Sul fregio  del timpano sulla facciata principale si legge l’iscrizione  con la quale si esplicitava la volontà del Papa e dell’Imperatore di consacrare  la chiesa a madre di tutte le Chiese. Ai lati della porta d’ingresso  si legge: “Sacrosanta chiesa lateranense, Madre e Capo di tutte le Chiese dell’Urbe e dell’Orbe”. Sotto il portico di ingresso si aprono 5 porte: Le porte centrali in bronzo (I sec. a.C.), bellissime nel loro verde scolorito e decorate di stelle che ne ricordano la committenza dei Chigi,  sono le porte originarie dell’edificio del Senato (Curia), situato nel Foro romano.Il Soffitto  è  su  disegno originario degli allievi di Michelangelo. Ornato e colorito, mostra lo stemma araldico di Pio IV (1562). Il pavimento è un bellissimo mosaico del XIII sec., opera del Vassalletto e di suo figlio, pulito e ricollocato nel XVI sec. Le piccole porte all’estrema destra contrassegnate da una croce di bronzo vengono aperte solo in occasione dell’Anno Santo. La porta Santa è all’estrema destra. I bassorilievi sopra gli architravi delle porte raffigurano  episodi della vita di S. Giovanni Battista. La colossale statua di Costantino, sotto il portico, (IV sec. D.c.) era nelle terme imperiali sul colle del Quirinale. L’interno della basilica è costituito da 5 navate, così come fu riproposta da Borromini  che provvide anche al rifacimento delle navatelle. Le statue degli Apostoli attuali,  in marmo grigio, nella navata centrale, vennero realizzati  sotto Clemente XI tra il 1700 e 1721 da insigni scultori  tra cui Rusconi, Legros, Monnot e Ottoni. Anche le rappresentazione dei profeti eseguiti ad olio , che si alternano ai finestroni, risalgono allo stesso periodo. Il Tabernacolo dell' altare maggiore è ornato dai busti  degli Apostoli Pietro e Paolo. Quelli attuali altro non sono che le copie rifatte nel 1804,  fedeli degli originali del 1434 che sul fine del secolo XVIII i repubblicani francesi  rubarono. L’altare papale è posto sotto il "Tabernacolo" ed il papa è l’unico che può officiarvi la Messa. Nella parte superiore, eretta da Urbano V nel 1367,  sono visibili  due reliquiari  a forma di testa del Valadier; contengono i teschi di S. Pietro e S. Paolo. I reliquiari originali  furono rubati durante l’invasione francese del 1799. Sotto il piano dell’altare sono ancora conservati i frammenti della tavola su cui, come si è detto in precedenza, la tradizione vuole che San Pietro celebrasse messa. L’abside fa parte della Basilica di Costantino. E’ ornata dal mosaico di  Jacopo Torriti e Jacopo da Camerino, rielaborati nel 1884  come il progetto originale in cui è rappresentata l’esaltazione della Croce e il trionfo di Cristo, la Madonna S. Giovanni Battista, S. Pietro e S. Paolo. In fondo all’abside si trova la "cattedra" del vescovo di Roma su cui il pontefice romano si siede nel momento in cui ,dopo la sua legittima elezione,  giunge in S. Giovanni per prendere possesso della sua "diocesi". Sulla sinistra vi è la cappella Corsini, chiusa da un elaborato cancello in ferro battuto,che conserva la tomba in porfido di Clemente XII, proveniente dal Pantheon, e frammenti di un affresco di Giotto che rappresenta Bonifacio VIII  che annuncia il primo giubileo. A destra trova posto la cappella Massimo; si può ammirare una riproduzione della Madonna Nera di Czestochowa, postavi nel 1978, anno dell’elezione al soglio pontificio di Giovanni Paolo II .
Del IX secolo è il recinto delle Confessioni nella quale dall’affaccio in una cripta aperta si vede la tomba di Papa Martino V (1417-31). La statua venne scolpita verso il 1440 dal fratello di Donatello. Da visitare la tomba di Riccardo degli Anniballi, commissionata ad Arnolfo di Cambio e rivisitata da Borromini. Il chiostro  del XIII secolo è anche opera del Vassalletto e  di suo figlio che vi hanno lavorato assieme; le colonne a spirale erano ricoperte da  piccoli mosaici che per farle brillare ma molti sono stati staccati e distrutti forse da orde soldatesche o (peggio ancora, da insani  turisti), cosicché oggi le colonne,  pur non essendo più un tripudio di luci e colori, rimangono  una dimostrazione di come sono state costruite. Sulla Loggia delle Benedizioni troneggia un gigantesco Enrico IV di Francia in bronzo riprodotto con la spada sguainata, doveroso tributo a questo regnante che era stato molto prodigo col Laterano. All'angolo con Piazza San Giovanni, è la scala Santa proveniente, secondo la tradizione, dal palazzo di Pilato, alla sommità della quale si accede alla Sancta Santorum, una piccola cappella del papa, che contiene importantissime reliquie provenienti da Gerusalemme e custoditi dai Padri Passionisti. E' sempre chiusa, ma dalla grata è possibile scorgerne l'interno ed i bellissimi pavimenti cosmateschi. Nel 1585-90, Sisto V fece demolire i resti dell’enorme palazzo precedente, ma mantenne la scala; I fedeli salgono i gradini sulle ginocchia, in ossequio alla tradizione secondo cui Cristo stesso li avrebbe saliti per sottoposti a giudizio. Sul lato destro esterno dell'edificio della Scala Santa vi sono alcuni resti dell’antico  Patriarchio, il cosidetto  Triclinio lateranense,  probabilmente la sala da pranzo pontificia, che era adornata da preziosi mosaici, fatta costruire da Leone III (795-816) poi ricomposti dal Fuga nel 1750 con l’aiuto di antichi disegni custoditi in Vaticano. Il mosaico rappresenta il Papa nell’atto di rendere omaggio a Carlo Magno. Dall'altro lato si trova il Palazzo del Laterano, sorto sull'antico palazzo dei Laterani e sede in epoca cristiana del Patriarchio, di cui si è parlato sopra. Venne costruito per Papa Sisto V ed ultimato frettolosamente tra il 1586 e il 1589 dall’architetto Domenico Fontana; fu residenza pontificia fino all’esilio di Avignone: per la sua costruzione vennero  impiegati marmi e pietre di spoglio ricavate dai ruderi della Roma antica, e la sua realizzazione costò pochissimo. Attualmente ospita gli uffici del Vicariato della città di Roma. Nel 1993 il portone fu danneggiato da una bomba. A fianco dell'Ateneo lateranense, il battistero, S. Giovanni in Fonte, antico ninfeo dei Laterani, che la leggenda vuole fonte battesimale di Costantino, così chiamato dall'uso del battesimo per immersione, riedificato da Sisto III e Urbano VIII.

Il Battistero  del IV secolo, fu costruito da Costantino; è un ambiente ottagonale dove nel IV secolo si battezzavano tutti i Cristiani. Sisto III lo ricostruì nel V secolo ed  aggiunse le bellissime colonne di porfido.  Papa Urbano VIII  nel 1637 vi fece aggiungere degli affreschi. Due delle quattro cappelle  furono fatte edificare da Papa Ilario (461-468) e precisamente le cappelle di S. Giovanni Battista e di S. Giovanni Evangelista . Il portale di una lega di argento, oro e bronzo è originale. La cappella di S. Venanzio è del VII secolo, mentre quella di S. Rufina e S. Seconda è del XII secolo, ma i mosaici dell’abside sono del  V secolo. AL  centro il recinto che contiene il fonte battesimale per immersione e circondato da due ordini di colonne che sorreggono la cupola.

 

Fatti e personaggi e leggende - Curiosità

 

Cola Di Renzo

Nel Laterano fu da Innocenzo III (1198-1216)  adunato il concilio in cui fu deposto Ottone ed intimata la quarta crociata, ivi echeggiò nel XIV secolo  la voce del tribuno romano Cola di Rienzo che nel 1354 durante il restauro del potere papale, venne nominato  dal Cardinale Egidio di Albornoz senatore di Roma.

 

Il primo giubileo

Nel 1300 dal loggiato coperto  della piazza settentrionale  Bonifacio VIII annunciava il  primo celeberrimo giubileo.

L'annuncio venne dato  dall'ambone della basilica Vaticana,  così come lo vediamo nell'affresco della basilica Lateranense,   riprodotta nei dettagli da Giotto, dapprima situato sulla loggia delle benedizioni (facciata settentrionale del Patriarchio, ), poi  trasferito all’interno della basilica (navata destra);  raffigura Bonifacio VIII con due personaggi ai suoi fianchi; quello alla sua sinistra tiene in mano un cartiglio, dove si legge l’incipit  di una bolla,  però non è quella con la quale Bonifacio VIII  indisse il Giubileo.

 

Bonifacio VIII

Al secolo Benedetto Caetani era nato ad Anagni nel 1235; era un uomo assetato di potere, molto avido e senza scrupoli;  dopo che Celestino V abdicò, egli divenne papa (1294-1303). Nella Divina Commedia, Dante lo pone all’inferno accusandolo di simonia (canto XIX 52-57).Tempi di grandi torbidi nella chiesa, poiché la curia papale era stata trasferita a Napoli. Bonifacio VIII la riportò a Roma, catturò Celestino I che venne imprigionato fino alla sua morte. Indisse una campagna contro i Colonna che chiesero poi l’appoggio di Filippo il Bello. Dante a causa sua  venne esiliato da Firenze.

Fu uno dei Papi più odiati ed ingiuriati.

 

I Concili

Nel  XII, XIII e XIV secolo nel Laterano si tennero importanti Concili, in cui vennero prese decisioni ecclesiastiche di rilievo, compresa la scomunica di sovrani ribelli al Papato. L’ultimo Concilio Lateranense  ebbe luogo nel 1929; esso definì i possedimenti temporali della Chiesa, essenzialmente limitati alla Città del Vaticano, che diventa la Santa Sede. Mussolini firma i "Patti Lateranensi" con la Chiesa, ponendo fine così allo stato di guerra esistente dall’epoca dell’unità d’Italia.

 

Il parto di Nerone

Narra una leggenda che Nerone, dopo aver fatto squarciare il ventre di sua madre per vedere  da dove era nato, concepì l’insano desiderio di divenire gravido e partorire. Dunque. Chiamò i suoi medici  ed ingiunse di provvedere affinché ciò si verificasse, pena: la morte.Visti vani i tentativi di fare ragionare l’imperatore i medici diedero da bere a Nerone un liquido con una piccola rana. La rana continuava a crescere nello stomaco del folle e ben presto Nerone ordinò ai medici di farlo partorire. Perciò gli venne dato un potente lassativo, così la rana “nacque”con grande gioia dell’imperatore che l’affidò ad una nutrice e le diede quali compagni i figli dei principi. Il padre felice  diede una grande festa e mandò in giro per Roma la “figlioletta” per mostrarla al popolo; ma quando il carro giunse su di un ponte la rana balzò nel Tevere scomparendo In acqua Nerone furente, fece uccidere la nutrice ed i principi suoi compagni. Da ciò si fa risalire il nome Laterano che quale interpretazione latina di ”rana fuggita”: Latitan rana, Oppure il termine può significare  “rana lata”  ovvero rana portata in seno e partorita.

 

Il concilio sacrilego

Nell’896 un terremoto che danneggiò gli edifici venne ritenuto un castigo divino nei confronti di Papa Stefano VI, che, sottopose il suo predecessore  Formoso a un macabro processo, accusandolo dopo morto di essere venuto a patti con un Re barbaro; furono tra i tempi più tenebrosi nella storia della Chiesa.

 

Il processo a papa Formoso

Formoso (891-896)  salito al soglio pontificio, si dice, per le tresche della fazione tedesca,era un uomo di grande rettitudine;  egli incoronò Guido di Spoleto imperatore. Poi, però spaventato da alcune minacce , chiese aiuto ad Arnolfo, re di Germania, che accorso in Italia,  venne a sua volta incoronato Imperatore. La morte di Formoso, non fu chiara: infatti si mormorò che fosse stato avvelenato. Gli successe Bonifacio VI, che durò in carica solo qualche mesi; rimosso con la forza  gli succedette appunto Stefano VI, sostenuto dagli spoletini. Stefano considerò un’intollerabile empietà l’intervento del re di Germania a favore  di papa Formoso che fu accusato post mortem di “tradimento”; per cui si doveva riparare in qualche modo. Ed il modo si trovò approntando un macabro rito. Venne citato in giudizio Formoso, riesumato ormai in stato di avanzata decomposizione, rivestito e posto a  sedere su un trono nella sala del concilio in Laterano; così si aprì il processo  davanti ad un sinodo. Al  defunto fu anche dato un avvocato: un giovane diacono che durante tutto il processo non riuscì nemmeno ad aprire bocca per l’orrore.

Alla salma sdi chieserole generalità  e citati i capi d’accusa, tra cui l’usurpazione della cattedra pontificia. La sentenza dichiarò nulla l’elezione papale di Formoso;  gli vennero tagliate le tre dita con le quali  benediceva e fu ordinato di cancellare le sue  immagini. Dopo aver legato il cadavere alla coda di un asino fu  trascinato lungo la Via Lata (attuale via del Corso);Poi il cadavere fu gettato nel Tevere. Nonostante  l’appesantimento,  i poveri resti non affondarono tra lo spavento superstizioso  della popolazione romana. Papa Stefano, caduto ormai in disgrazia, venne rinchiuso in una cella  del palazzo lateranense da alcuni sconosciuti e colà venne strangolato. Quando Stefano era già morto fu rinvenuto il cadavere di Formoso; la leggenda narra che il suo corpo, nonostante le vicissitudini,  fosse intatto. Perciò, rivestito religiosamente fu riportato in San Pietro e si narra che le immagini scolpite dei santi lì esposte, al suo passaggio chinassero il capo reverenti. In san Giovanni Laterano a metà della navata destra, si vede il cenotafio di Papa Silvestro II. In esso  vi è un’antica iscrizione  in cui si dice che trasudasse acqua e nell’imminenza della morte di un papa l’abbondanza dell’acqua espulsa diveniva una rigagnolo e si udiva uscire dal sepolcro uno scricchiolio d’ossa. Questa leggenda prende vita nel medioevo dalla fama di stregoneria di cui godette Silvestro II. La fama nasceva dal fatto che Silvestro avesse un grande conoscenza oltre che di musica, logica, matematica ed astronomia anche di arti meccaniche; infatti a lui si attribuisce la costruzione di un grande organo che funzionava  ad acqua bollente.Pare che in Spagna approfondì studi sulla magia e la filosofia. Inoltre non si sapeva spiegare la sua grande carriera visto che da umile monaco era divenuto Papa. Così non trovando altra spiegazione, attribuirono il suo successo  ad un patto col diavolo; inoltre aveva numerosi nemici che lo odiavano cordialmente, al pari ricambiati. Silvestro II (Erberto di Aurillac) era nato nel 940; uomo assai colto ed estremamente intelligente,  venne eletto con l’appoggio dell'imperatore Ottone III. A lui venne attribuita  l'idea di riunire l'Occidente contro i musulmani per la liberazione del S. Sepolcro. Fece progetti di rinnovamento politico e religioso, ma tali aspirazioni non vennero mai realizzate per la crisi che portò all’allontanamento di Ottone III (1001). Si racconta che morì colto da un malore dopo la messa. Altri dicono che sia stato assassinato, ma la leggenda s’impadronì anche della sua morte avvenuta dopo quattro anni di pontificato. Così si narra: Un diavolo suo amico glia aveva predetto che sarebbe morto solo se avesse detto messa a Gerusalemme, fatto quanto mai improbabile; ma Silvestro aveva mal interpretato le parole. Così un giorno andò a dire messa a Santa croce in Gerusalemme proprio sulla terra portata dalla città Santa; sentendo ormai che la sua condanna era vicina, il papa si fece tagliare la lingua e le mani con le quali aveva recato offesa a Dio legandosi al  diavolo; chiese che le sue spoglie mutilate fossero messe su di un carro e sepolte dove lo stesso si fosse fermato. Gli animali senza guida, lo portarono a San Giovanni in Laterano, segno che Dio l’aveva perdonato. Ma la notizia storica dice che nel 1648, il sepolcro fu aperto per dei restauri e la salma giaceva intatta con il capo la tiara e le vesti pontificali. Come l’aria entro nel sepolcro il suo corpo a contatto dell’aria si dissolse.

 

Il sogno di Innocenzo III

Questo papa vide in sogno San Francesco  che con una spalla reggeva la basilica  di San Giovanni che stava crollando. Perciò papa Innocenzo III nel 1210 si decise dopo tanto ad approvarne la regola. Nella Basilica di Assisi  questo episodio è immortalato in  un dipinto di Giotto ed è anche per questo motivo che proprio di fronte alla Basilica, è stasto innalzato un monumento a San Francesco. Innocenzo III (1198-1216) (Giovanni Lotario dei conti di Segni) era nato a Gavignano, vicino a Roma. Si narra che fin da bambino si fosse preparato ad essere Papa;  si deve a lui l’organizzazione dell’inquisizione. Uomo di grande cultura, viveva senza sfarzi. Sostituì  gli impiegati pontifici con i giudici ed abolì il consolato romano; così si assicurò l’amministrazione di Roma. Seppe imporre l’autorità della chiesa alle nazioni europee. Nel 1210 indisse il IV concilio Lateranense. E sotto la sua egida  avvennero la quarta e la quinta crociata. In Francia scatenò la campagna contro gli Albigesi in Francia considerati cristiani eretici. Il suo sepolcro si trova a Perugia, dove morì in seguito ad un attacco di febbre.

 

La sedia stercoraria

Il caso prende avvio dalla elezione al soglio pontificio (verità o leggenda?) della papessa Giovanna. Che educata e a Roma vestiva con abiti maschili; pertanto, creduta un uomo ebbe accesso alla carriera ecclesiastica. Nessuno si sarebbe accorto di nulla sennonché percorrendo  la via papale, che corrispondeva a via di S. Giovanni Laterano, fu presa dalle doglie e, come natura comanda, partorì. Da allora si prese l’abitudine di controllare  i papi eletti; perciò venne adattata la “sedia stercoraria”, cosicché dall’apertura a lunetta si potesse da sotto accertarne il sesso. Il nome “stercoraria” è acquisito dall’origine di tali sedili di pietra che in età romana avevano funzioni di latrine. In San Giovanni Laterano è ancora oggi visibile.

 

Il monumento alla guardia svizzera

In san Giovanni Laterano, nella terza cappella a sinistra, vi è un curioso monumento dedicato  ai soldati del papa morti  per difenderlo contro “L’infame invasore”, ovvero: gli Italiani.

 

Il sangue di Cristo

Sempre nella Basilica Laterana  è conservato il sangue di Cristo che si vuole tradizionalmente trasportato a Roma da Longino: Per altri è sangue scaturito miracolosamente da un crocefisso pugnalato da un ateo.

 

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