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S. Giovanni a Porta Latina

Piccola chiesa appartata in una delle zone più suggestive di Roma, peraltro assai conosciuta come chiesa "da matrimoni". Secondo la tradizione sarebbe stata costruita da papa Gelasio (492-496), in relazione al vicino tempietto si S. Giovanni in Oleo, dove l'evangelista avrebbe subito il tentato martirio. La chiesa gelasiana, di cui sono stati ritrovati resti nell'abside, era di impianto orientale, con abside poligonale. La chiesa fu ricostruita nell'VIII secolo, sotto papa Adriano I (772-795), e  nuovi interventi si ebbero alla fine del XII, sotto Celestino III (1191-1198), al quale risale l'edificio nel suo aspetto attuale. Nei lunghi secoli successivi la chiesa subì vari periodi di decadenza e numerosi interventi di restauro, fino a quando nel 1905 fu iniziato un ripristino sistematico che portò alla riscoperta di preziosi affreschi medievali. Attualmente la chiesa è officiata dai padri Rosminiani, che occupano con il loro collegio il vicino convento settecentesco, da loro ampliato. La chiesa è preceduta da un sagrato, a sinistra del quale è un pozzo la cui balaustra risale al IX secolo. Sulla sinistra della chiesa, il bel campanile romanico, pertinente alla ricostruzione del XII secolo. La chiesa è preceduta da un portico a colonne ioniche, che all'interno conserva tracce di affreschi, con il portale di ingresso ornato da un fregio cosmatesco. L'interno è a tre navate, divise da colonne ioniche di spoglio su cui poggiano arcate. Soffitto e pavimento sono ricostruzioni moderne, l'abside è semicircolare all'interno ed esagonale all'esterno, le navate minori si concludono con proprie absidiole, secondo un modello orientale prsente fin dalle origini. Il pavimento del presbiterio è antico, a disegni geometrici. L'altare ha come un suo paliotto un frammento di pluteo altomedievale, risalente al IX secolo. Ma l'elemento più importante per la chiesa è costituito dal prezioso ciclo di affreschi che decorava un tempo completamente le pareti della navata cos' come quelle del presbiterio, e che, sebbene  sia oggi mutilo e deteriorato, oltre che ampiamente restaurato dopo la sua scoperta, nel 1905, costituisce uno dei più importanti insiemi superstiti della pittura medievale in Roma. Il ciclo si basa su esempi paleocristiani; è opera di te o quattro pittori, databile al 1190 circa, e rappresenta sulla parete destra della navata scene dell'Antico Testamento, sulla sinistra scene del Nuovo Testamento. Uscendo dalla chiesa, su via di Porta Latina, si ha sulla sinistra l'oratorio di S. Giovanni in Oleo. Poco più avanti Porta Latina.

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