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S. Gallicano

La chiesa è inseparabile, storicamente ed architettonicamente, dall'ospedale dallo stesso nome, contestualmente al quale è sorta. L'ospedale sorse per iniziativa del sacerdote don Emilio Lami, sostenuto dal cardinale Pietro Marcellino Corradini, che volle un luogo dove poter curare gli affetti da malattie cutanee, che necessariamente dovevano essere separati dagli altri malati curati negli ospedali cittadini. Con il beneplacido di papa Benedetto XIII fu scelta una vasta area alle spalle di S. Crisogono e nel 1724 furono iniziati i lavori sotto la guida dell'architetto Filippo Raguzzini, nel terminati nel 1729. L'edificio fu per l'epoca un modello di architettura sanitaria, e gli ampliamenti successivi rispettarono la struttura originaria, ancora perfettamente leggibile, oltrechè funzionante. Lungo la via di S. Gallicano si affacciano le due principali corsie, per gli uomini e per le donne, divise dalla chiesa che sorge al centro, che formano un prospetto lungo 160 metri e alto 9, spartito da una balconata che consentiva di aprire le finestre dall'esterno senza disturbare i malati,mentre delle ventole aperte nelle paraste servivano all'aerazione dei servizi igienici. Al centro sorge il prospetto sporgente della chiesa dedicata a S. Maria e S. Gallicano, in cui si apre un fornice profondamente incassato. L'interno è a pianta centrale e cupola ribassata. Ci sono tre tele di Marco Benefial all'altare maggiore e ai due laterali (rispettivamente Madonna col Bambino, S. Gallicano e tre malati; S. Filippo Neri; Madonna della Neve). Ai lati, due finestroni consentivano ai malati di assistere dalle corsie alle funzioni. Da notare anche, all'interno dell'ospedale, il bel teatro anatomico costruito sotto Leone XII (1823-29). Dalla chiesa conduce al viale Trastevere il vicolo Mazzamurelli, che nel nome ricorda, probabilmente una casa infestata dal "mazzamurello", appunto, sorta di folletto dispettoso ma in fondo bonario, analogo per Roma al più celebre "munaciello" napoletano.

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