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S. Filippo Neri

Al di là dei valori storico-artistici, che pure sono presenti in questa chiesa, S. Filippo Neri merita di essere citata poichè fino a qualche anno fa costituiva uno dei maggiori motivi di scandalo tra i tanti casi di incuria per il patrimonio monumentale di Roma. La chiesa è dedicata al popolarissimo "Pippo buono", che è copatrono di Roma insieme agli apostoli Pietro e Paolo. Fu costruita nel 1623 e dedicata in origina a S. Trofimo, protettore dei podagrosi (il fondatore, Giacinto Brandi, soffriva di gotta), poi, dopo la sua morte, a S. Filippo Neri, e chiamata comunemente S. Filippino. Nel 1728 Benedetto XIII incaricò Filippo Raguzzini di ricostruirne la facciata, in gradevoli forme tendenti ad un rococò moderato. Nel 1938-40 attorno la chiesa ci furono delle demolizioni, dato che si progettò l'apertura di una strada, intitolata a S. Filippo Neri che avrebbe dovuto congiungere la Chiesa Nuova al ponte Mazzini, e di lì, demolito il carcere di Regina Coeli, trasformarsi in un viale panoramico di accesso al Gianicolo. Dopo la guerra il progetto fu accantonato, per cui la chiesetta, che aveva anch'essa rischiato la demolizione, fu risparmiata, ma non furono più risarciti con nuove costruzioni gli squarci aperti in precedenza, cosicchè la deprimente aria di precarietà della zona si è conservata per più di cinquant'anni. Quanto alla chiesa, sconsacrata, per lungo tempo è stata addirittura adibita a deposito del vicino mercato e, sebbene questo sconcio sia oggi cessato, l'adiacente edificio, parzialmente demolito, versa ancora in stato di abbandono. Esso un tempo era un conservatorio per giovinette povere annesso a S. Filippino, che presenta ancora, sebbene assai degradato, qualche aggraziato motivo decorativo barocco.

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