S. Eusebio
La chiesa
Interno
Organo
La chiesa
Questa importante chiesa sorge oggi appartata, quasi invisibile, in un angolo della caotica piazza Vittorio Emanuele II, avendo davanti a sè un piccolo sagrato che la rende ancor più rintanata, quasi a condurre un'esistenza a parte rispetto al mondo tumultuoso che la circonda. Secondo la tradizione sorge sulla casa del martire Eusebio, trasformata in titulus da papa Liberio (352-366), il che che sarebbe comprovato dal ritrovamento di resti di una casa romana con riadattamenti del IV-V secolo. Si tratterebbe quindi di una delle più antiche chiese romane. Fu ricostruita sotto Onorio III (1216-1227) e sotto Gregorio IX (1227-1241), e di questo periodo rimane visibile solo il campanile romanico, a tre ordini di trifore (è visibile dal chiostro del convento). L'aspetto attuale si deve alla ricostruzione della facciata, effettuata nel 1711 da Carlo Stefano Fontana e al rifacimento degli interni, eseguito nel 1759 da Niccolò Picconi. La facciata è oggi sopraelevata a causa dei lavori di sbancamento effettuati per la realizzazione di piazza Vittorio Emanuele II, il che è visibile anche dalle modifiche apportate alla facciata del monastero sulla destra. Le linee della costruzione del Fontana appaiono moderatamente borrominiane, con un portico dove a destra è conservata la lapide dell'antica consacrazione duecentesca. L'interno è a tre navate, la centrale alta ed ampia, divisa da archi su pilastri, con una sobria decorazione a stucchi bianchi e dorati. Sulla volta della navata centrale, Gloria di S. Eusebio, bell'affresco di Raffaele Mengs (1759), uno dei primi manifesti delle nuove tendenze della pittura neoclassica, secondo quanto sancito dall'estetica winckelmanniana. Il coro, della fine del Cinquecento, conserva dei pregevoli stalli e un leggio in noce riccamente scolpito. Dall'uscita posteriore si sbocca su via Principe Amedeo, da dove si può vedere l'antica abside e il finestrone lunettato barocco. Dalla sagrestia è visibile l'elegante chiostro del convento, oggi caserma di Pubblica Sicurezza, in laterizio, a due ordini di arcate, con fontana centrale, attribuito a Domenico Fontana (1588). Davanti alla chiesa, il 17 gennaio, festa di S. Antonio Abate si svolge la caratteristica benedizione degli animali, qui spostata per motivi di traffico. La piazza Vittorio Emanuele II, costruita tra il 1882 ed il 1887, è considerata il più tipico esempio dell'architettura "umbertina", oltre ad essere ritenuta anche uno dei luoghi più degradati di Roma anche dopo il trasferimento poco lontano del famoso mercato, specie per la presenza di molti stranieri e clandestini. Ma vale la pena di accedere al giardino interno, prima degradatissimo, ora rifatto totalmente.