S. Croce alle Scalette
La chiesa
La chiesa
Questa chiesa è così detta per le due rampe di scale che conducono alla porta della chiesa e dell'annesso monastero, che padre Domenico di Gesù e Maria fondò nel 1615 per le donne di malaffare che volevano redimersi, aiutato da Baldassarre Paluzzi Albertoni. La chiesa fu fabbricata a spese del duca di Baviera e del cardinale Antonio Barberini, fratello di papa Urbano VIII, nel 1919. La semplicissima struttura, con una facciata abbastanza aggraziata e armonica, è quella originaria dell'edificio, ma l'interno a navata unica senza transetto fu rimaneggiato con gusto classicheggiante nell'ottocento. Il Crocifisso all'altar maggiore e l'Annunciazione sull'altare di destra sono di Francesco Troppa. La Maddalena sulla sinistra di Ciccio da Napoli. Per l'attiguo monastero dove erano accolte le donne che volevano redimersi, la chiesa si chiamò anche Santa Croce della Penitenza; ma quando nel 1839 il complesso fu affidato alle Suore del Buon Pastore di Eufrasia Pelletier (1796-1868), chiesa e convento si chiamarono del Buon Pastore. Questa "casa di rieducazione" fu sempre circondata da un senso di mistero. In genere si trattava di minorenni violentate, la cui patria podestà era stata affidata ai giudici tutelari, oppure giovani orfane avviate alla prostituzione e al ladrocinio. E poi c'erano anche quelle provenienti da famiglie che spesso preferivano spingere una figlia alla prostituzione piuttosto che tenerla in casa a far la fame. in definitiva molte ragazze arrivavano al Buon Pastore, speditevi dal Giudice dei minorenni, altre venivano dal vicino carcere delle Mantellate nella via omonima, proprio perchè intenzionate a redimersi, dopo aver scontato la pena. E le suore le accoglievano attenendosi all'insegnamento di Eufrasia Pelletier: "Prima di parlare di Dio, insegnate a queste ragazze a leggere e far di conto". E' stato questo il concetto al quale è rimasto fedele il buon Pastore, sotto il patrocinio dello Stato Italiano, fino al 1979, quando smise di funzionare. Proprietà di un'Opera Pia, sciolta dopo l'entrata in vigore della legge che aboliva i cosiddetti "enti inutili", oggi il Buon Pastore è proprietà del Comune.