S. Caterina della Rota
La chiesa
Interno
Altare della Reposizione
La chiesa
La chiesa sorge sull’omonima piazza ed è testimoniata a partire dal 1186. Deve il suo nome all’assonanza dell’originale S. Maria “in catenaris” dalle catene degli schiavi liberati che venivano appese all’altare della Vergine), successivamente trasformata nella dedica alla santa martire alessandrina, tant’è vero che la vicina strada prende il nome di via «in Caterina». La costruzione attuale risale probabilmente alla fine del Cinquecento ed è ritenuta opera di Ottaviano Mascherino.La facciata è stata rifatta nel 1730. L’interno è a una sola navata, ridecorata nel Settecento. Possiede uno splendido soffitto ligneo della fine del Cinquecento, con lo stemma di papa Sisto VPeretti, proveniente dalla chiesa di S. Francesco d’Assisi a ponte Sisto, demolita per la costruzione dei lungotevere. Al primo altare destro, Fuga in Egitto, di Girolamo Munano; vicino al primo a sinistra, la tomba del celeberrimo incisore romano Giuseppe Vasi, morto nel 1782, che illustrò le architetture della Roma antica e papale, e le scene della sua vita quotidiana, raggiungendo grande fama, che verrà appannata solo successivamente dalla suggestione emanante dalle incisioni del Piranesi. Sulla destra della facciata della chiesa, in angolo con via di Monserrato, è da notare il palazzo Mastrozzi, oggi Graziosi, un bell’esemplare di architettura «minore» del secolo XVII; è a tre piani con una ricca decorazione a stucco, balcone d’angolo, cornicione assai ornato e un bel portale marmoreo le cui colonne scanalate sono forse di origine anteriore. Analoghi come genere sono i tre edifici che si susseguono lungo via di Monserrato, dopo il palazzo Graziosi; notare particolarmente il palazzetto Giangiacomo, al n. 105, della fine del Cinquecento. Ma è da osservare casa per casa l’intera via di Monserrato, antica e principale arteria del rione Regola, che ha conservato complessivamente l’aspetto sei-settecentesco.