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S. Biagio degli Armeni

Questa chiesa di Via Giulia è certo più nota col nome di S. Biagio della Pagnotta, e conserva la reliquia della gola del santo stesso. E' frequentata dai romani il 3 febbraio, festa del santo, quando vengono distribuiti piccoli pani benedetti da conservare tutto l'anno a protezione delle affezioni della gola. E' di origine antichissima, ricordata fin dal 1072, ma nell'aspetto attuale si presenta quasi come moderna, con una modesta facciata settecentesca opera di G. A. Perfetti (1730 circa), mentre l'interno è stato completamente rifatto nel 1832 dall'architetto Antonio Navone per volontà di papa Gregorio XVI e conserva una venerata immagine della Madonna delle Grazie, risalente al 1671. All'esterno sono visibili tracce di un campanile romanico, andato distrutto nella ricostruzione ottocentesca. Anche l'adiacente edificio del convento, ora hotel, fu ricostruito dall'architetto Navone, mentre il alto su via dei Bresciani è successivo al 1870. Ma l'elemento che più risalta agli occhi è il gigantesco bugnato in angolo con via dei Bresciani, che è riscontrabile anche in altri punti vicini a via Giulia, così come nelle vie del Cefalo e del Gonfalone. Si tratta di quanto rimane dei basamenti del palazzo dei tribunali, un gigantesco edificio progettato da Bramante per papa Giulio II, che avrebbe dovuto racchiudere tutte le corti di Giustizia e i diversi uffici sparsi allora per Roma, coronando con una magnifica costruzione la nuova strada principale della città, come era nelle intenzioni del grande pontefice di casa Della Rovere di rendere via Giulia da lui aperta. Il progetto, iniziato nel 1508, rimase incompleto alla morte del pontefice, e man mano le piccole case e chiese che ancora vi sono andarono occupando lo spazio destinato al basamento, con un effetto simile a quello della natura che cresce attorno ad un rudere.

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