Ponte Cavour
Sia per la posizione che per la conformazione, la zona Prati di Castello offrì le condizioni necessarie allo sviluppo edilizio, fortemente registrato alla fine del 1800 in seguito alle pressanti responsabilità di Roma, nuova Capitale del Regno. Il problema degli alloggi si faceva serio, perchè nella città non si trasferì solo il complesso dell'apparato statale, ma anche una massa di immigrati del centro e del sud, spinti dal bisogno di un'occupazione. Ecco quindi l'opportunità della costruzione di un ponte che venne battezzato Cavour, in omaggio al tessitore d'Italia, conte Camillo Benso. I lavori su progetto dell'architetto Vescovali, iniziarono nel 1891 per concludersi nel 1896, mentre l'inaugurazione ebbe luogo il 25 maggio dello stesso anno: finalmente Campo Marzio e Prati ebbero il loro collegamento. La spesa dell'opera fu di 1.700.000 lire.
Una nota di folclore veniva offerta un tempo dalle scampagnate all'ombra dei piloni del ponte, sul "piagaro", ossia su quella piega del Tevere in cui la rena si depositava formando così piccole spiagge, frequentate dal popolo per le "favate" e le "ciriolate" (fave, pasta e ciriole) che venivano servite sugli "sciacquarelli", le caratteristiche palette di legno, strumenti dei "barcaioli" per buttar l'acqua fuori dalle barche. Si ha notizia che durante il pontificato di Paolo IV, a fianco della chiesa di S. Rocco, di fronte al ponte, venne costruito il palazzo dell'Inquisizione, dove i colpevoli venivano sottoposti ad ogni sorta di atrocità. Il popolo, non potendone più, alla morte del papa, si inferocì a tal punto che prese d'assalto l'edificio e lo dette alle fiamme. Verso la fine del Cinquecento Francesco Cenci acquistò il palazzo che, dopo i dovuti restauri, diventò la sua abitazione abituale.
Lunghezza: 110,10 m.
Larghezza: 20,5 m.
5 arcate in muratura