Numa Pompilio
La leggendaria scomparsa di Romolo nel 716 a.C. apre un lungo periodo in cui Roma non è guidata da nessun re. Non si tratta però di un momento di anarchia dell'Urbe poiché il Senato composto dai 'patres' (originariamente capifamiglia) si sostituisce al re ed amministra la comunità in modo oligarchico. Questo periodo è normalmente conosciuto come interrex. La lotta per la successione al trono apre aspri conflitti tra le diverse famiglie e non possiamo escludere che lo stesso Senato abbia cercato di eliminare la figura del re (Romolo) a favore di una forma di antica oligarchia. Un tentativo comunque fallito. Il malcontento popolare dilaga e l'assenza di un capo si trasforma in un grave problema anche per i senatori. La scelta del re avviene per acclamazione popolare ed il popolo sceglie nel 715 a.C. uno straniero, Numa Pompilio. Numa Pompilio è un uomo sabino particolarmente noto ed apprezzato per la sua fede e le sue pratiche religiose. Il Senato ha il solo potere di confermare o meno la candidatura e la scelta di uno straniero sembra essere l'unica via di uscita alle lunghe e sanguinose lotte interne tra le famiglie romane. Peraltro la reputazione di Numa Pompilio è riconosciuta ed apprezzata anche dagli stessi senatori. Senato e popolo sono quindi d'accordo, l'ultimo e decisivo verdetto spetta agli Déi. Il candidato re (Numa Pompilio) si presenta sul Campidoglio nella cima del Capitolium (attuale Via del Tempio di Giove) nel luogo sacro dell'Auguraculum dove un sacerdote Augure lo prepara al volere degli Déi. La cerimonia di iniziazione è detta "Inauguratio" cui segue la presa degli "Auspici". Dalla vetta del Capitolium il sacerdote scruta il cielo nella direzione del Monte Albano (antico centro di culto dei popoli Latini) in attesa che gli Déi si pronuncino. Gli auspici si presentano sotto forma di uccelli e Numa Pompilio è nominato re di Roma. Il verdetto divino è poi comunicato al popolo romano riunito in attesa nel sottostante luogo del Comizio (l'antico centro politico e di riunione della città). La nomina del nuovo re conclude il periodo di interrex senatorio ed il potere militare, giudiziario e religioso si concentra nuovamente in un solo uomo. Popolo e senatori confidano nel nuovo re e Numa Pompilio non li delude. Dimostrerà una grande abilità nel dare ordine alla vita dei romani definendone la religione e la sacralità dei culti. Numa Pompilio è quindi acclamato nuovo re di Roma. Il nuovo re comprende immediatamente i problemi della comunità romana cresciuta in fretta e senza regole. L'assenza di un ordine si rivede nell'abitudine di ogni famiglia sia di emanare proprie leggi sia di punire le infrazioni senza nessun ricorso alle leggi comuni. I conflitti tra le stesse famiglie senatorie dei "patres" rendono difficile giungere ad una riforma che accontenti tutti. Come spesso accade in questi contesti ciò che l'uomo non accetta da un altro uomo è solito accettarlo dagli Déi. Sotto questo aspetto Numa Pompilio si presenta particolarmente abile. Le nuove leggi di Numa non sono attribuite alla sua mano bensì a quella divina della ninfa Egeria. I "mitici" incontri tra il re e la ninfa avvengono nel bosco delle Camene nel lato sud est del Celio. I romani accettano di buon grado il volere divino ed il re si avvia a riformare la società e la religione romana. Durante il regno di Numa Pompilio la città gode di una forte crescita economica ereditata dagli eventi passati ed Il passaggio dalla sussistenza al surplus facilita le elargizioni alle divinità da parte delle famiglie romane. La grande attenzione del re verso le pratiche religiose permette quindi di ottenere i seguenti risultati:
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sviluppa il senso della comunità riducendo il potere delle famiglie patrizie;
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organizza la movimentata vita dei romani sotto l'impero di una comune legge per tutti;
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avvia la raccolta di fondi pubblici mediante donazioni religiose effettuate dai romani ai templi pubblici;
La riorganizzazione della religione modifica la vita dei romani. Le pratiche religiose non sono più svolte privatamente dalle singole famiglie ma in appositi templi pubblici. Il famoso tempio di Giano le cui porte sono chiuse in tempo di pace è costruito durante il regno di Numa Pompilio lungo la via Sacra. La guerra e la religione sono da sempre unite ed ai sacerdoti dell'ordine dei Salii spetta il compito di aprire e chiudere il periodo della guerra (marzo-ottobre). Al nuovo ordine sacerdotale dei Flamini è affidato il culto di Giove, Marte e Quirino mentre al nuovo ordine delle Vestali è assegnato il compito di vegliare il fuoco sacro di Vesta. I nuovi ordini ed i rispettivi riti sacri sono definiti nel minimo dettaglio dalle leggi di Numa Pompilio. Nel 673 a.C. muore Numa Pompilio. Il suo regno ha eliminato le rigidità arcaiche della società di Romolo. Roma è adesso pronta ad assumere un ruolo di primo piano nello scenario politico e militare del Lazio.