Nostra Signora del Sacro Cuore
La chiesa
Interno
Organo
La chiesa
Già S. Giacomo degli Spagnoli. Una delle rare chiese quattrocentesche di Roma, che peraltro ha subito modifiche e rifacimenti come poche, basti pensare al fatto che ebbe per due volte una inversione dell’orientamento. La chiesa fu eretta in occasione del Giubileo del 1450 sul luogo di un precedente ospizio con oratorio per i pellegrini spagnoli, si è ipotizzato su disegno di Bernardo Rossellino, fu poi ingrandita successivamente, con una originaria facciata secondaria su piazza Navona che doveva essere simile a quelle di S. Agostino e S. Maria del Popolo; ulteriori lavori si ebbero ai primi del Cinquecento, all’interno, a opera di Antonio da Sangallo il Giovane. Cadde in grave decadenza tra Sette e Ottocento, finché, acquistata dai Missionari francesi del S. Cuore, subì un radicale restauro, tra il 1878 e il 1881 a opera dell’architetto Luca Carimini, e l’orientamento fu spostato verso piazza Navona (trasferendo anche i portali); l’apertura di corso del Rinascimento nel 1936 portò a ripristinare l’orientamento originario, amputando peraltro la chiesa delle prime campate. La facciata, in parte rifatta dal Carimini, conserva il bel portale mediano quattrocentesco, la cui cornice è finemente lavorata; l’interno, un tempo ricco di opere d’arte, poi portate al Prado di Madrid e alla chiesa nazionale spagnola di S. Maria di Monserrato, mostra le linee di un Quattrocento in parte goticheggiante, con somiglianze con le «Hallcnkirche» tedesche, analogamente al duomo di Pienza (e per questo è stato fatto il nome del Rossellino). Da notare, nella terza campata a destra dell’altare, una bella cantoria rinascimentale in marmi policromi, opera di Pietro Torrigiano, mentre la seconda cappella sinistra, di S. Giacomo, è opera del Sangallo, di bella architettura. Infine, dietro l’altare maggiore, bel fondale marmoreo a serliana, di Pietro e Domenico Rosselli.