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Madonna dell'Archetto

E' una cappella, in verità, più che una chiesa, ma merita comunque di essere qui menzionata per essere, tra l'altro, il più piccolo dei luoghi di culto presenti a Roma ed aperti al pubblico, tale da sfuggire certo ai moltissimi che quotidianamente passano dalle sue parti. Ossia in via San Marcello, da dove al numero 41/B si stacca lo stretto passaggio che conduce alla cappella. Fu eretta nel 1851 dall'architetto Virginio Vespignani per volontà del marchese Muti Papazzurri, proprietario dell'adiacente palazzo, oggi Balestra, per racchiudervi un'immagine mariana che si trovava in loco, su di un vicolo che doveva essere chiuso per i lavori di ampliamento del palazzo. L'interno, di dimensioni minime, è estremamente armonioso per le proporzioni e la qualità delle decorazioni. Sull'altare è ala venerata immagine della Madonna causa nostrae letitiae, dipinta su pietra maiolicata nel 1690. Sono da notare gli affreschi della cupola, eseguiti da Costantino Brugnoli, artista da noi poco conosciuto, ma che assurse a grandissima fama negli Stati Uniti d'America per aver eseguito i giganteschi affreschi della cupola del Campidoglio di Washington. Come già detto, il palazzo sulla destra della cappella, la cui facciata prospetta sul lato corto di piazza Santi Apostoli, è oggi il palazzo Balestra, costruito per i Muti Papazzurri nel 1644 da Mattia de Rossi, dove dal 1718 al 1807 vissero i membri della famiglia Stuart, pretendenti al trono d'Inghilterra ed esiliati in quanto cattolici. L'ultimo esponente fu il cardinale Enrico di York. Di fronte alla Madonna dell'Archetto è il retro di palazzo Mellini, che affaccia sul Corso, e che un tempo era traversato dalla galleria S. Marcello, singolare esempio di architettura tra liberty e barocchetto, eseguita nel 1913 da Cesare Bazzani e scomparsa in anni recenti.

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