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Fontane del palazzo di Giustizia

Indirizzo

P. Cavour - P. dei Tribunali

 

Zona
rione Prati

 

Autore

G. Calderini (1910)

 

Committente

Pio IX Mastai

 

Acqua

Paola

Il palazzo di giustizia è il più imponente edificio pubblico del primo novecento, opera di Guglielmo Calderini. Questi, quando gli fu affidata la realizzazione del progetto, si rifece alla più aulica tradizione tardo barocca. Colonnati in ordine massimo, mensole, trabeazioni, scalee imperiali, corpi aggettanti e forte bugnato alle pareti. Per i gruppi scultorei fu affiancato dai più insigni artisti del tempo: E. Ximenes, Il Tripisciano, il Quattrini, il Maccagni, ecc. Alla base della composizione furono collocati su ciascun fronte (sulla piazza dei Tribunali e su piazza Cavour), due fontane gemelle. Vennero poste esattamente all'estremità del palazzo, a lato delle scalee di accesso con un identica connotazione monumentale ma di foggia diversa. Funzionavano con un sistema meccanico che permetteva il riciclaggio dell'acqua. Le fontane sul lungotevere sono composte da una vasca trilobata posta in una piscina ovale dal sottile bordo. L'acqua fuoriesce a ventaglio da una fessura seminascosta da una mensola, ornata da un mascherone centrale aggettate. Il blocco in travertino modanato in maniera incisiva, è limitato da due elementi a volute. Superiormente è coronato da una cornice nella quale sono stati inseriti due medaglioni ciechi. Sull'angolo smussato due teste leonine collegano la composizione al resto dell'edificio.

Le fontane su piazza Cavour sono poste al limite della scalea centrale. Un timpano modanato, ornato da un rosone centrale, poggia su un fregio in parte aggettante, disegnato da alterni triglifi. Una mensola centrale a volute cela la fessura da cui fuoriesce l'acqua che va a raccogliersi in una conchiglia allungata, la quale si ricollega al resto della composizione mediante esili volute. Nella stessa vasca si raccoglie l'acqua proveniente dalla conchiglia soprastante,composta da esili scanalature di forma circolare. Il fastoso palazzo fu, fortunatamente, l'ultimo episodio della cultura del tempo; non solo costò moltissimo, ma per via dell'eccessivo peso, e per la friabilità del terreno dovuta alla vicinanza del Tevere, subì cedimenti in più punti. Recentemente è stato oggetto di un restauro tanto discutibile, quasi quanto fu discussa la sua realizzazione.

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