Fontana di largo Giovanni XXIII
Indirizzo
L.go Giovanni XXIII
Zona
rione Borgo
Autore
L. Scirocchi (1957)
Committente
SPQR
Acqua
Paola
Questa piazza al limite della città vaticana, delimitata dal profilo della Mole Adriana, dal Tevere, dal Passetto, dal rione Borgo, cambiò nome: si chiamò piazza di Castello, poi piazza Pia ed ora è dedicata a papa Roncalli. Cambiò anche aspetto più volte e quello attuale è sicuramente il più brutto. Con la demolizione della spina di Borgo e l'apertura di via della Conciliazione, molti dei palazzi furono parzialmente o interamente demoliti. E' qui che Alessandro VI, aprendo la via Alessandrina, e Paolo V, eseguendo le indicazioni di Carlo Fontana, avevano fatto erigere una fontana. Nel 1849 fu demolita da papa Pio IX, che ne fece ricostruire un'altra, nel 1862, su disegno dell'architetto Martinucci. Si tratta di un'architettura con colonne e architrave in cui fu inserita una tazza sorretta da due delfini. Con la demolizione di Borgo la fontana fu smontata e collocata in Vaticano (1942).
La prospettiva di via della Conciliazione, con il suo freddo colonnato, i marmi perennemente bianchi, che sembrano non subire l'azione invecchiante del tempo, le facciate dei palazzi simmetrici eretti nel 1940, così disadorni nonostante gli stantii ordini architettonici in cui furono progettati, contrastano con le architetture ricche di pathos e tensione della basilica vaticana. Le due fontane di testata non riescono ad inserirsi nell'ambiente: troppo vuoto lo spazio urbano antistante, troppo uniforme il marmo contro il caldo rosso del laterizio romano. Sono state poste simmetricamente rispetto all'asse della strada e si inseriscono nel bianco della cortina basamentale dei due palazzi con una grande piscina a livello del marciapiede, delimitata da uno zoccolo mistilineo. Una vasca sorretta da due supporti raccoglie l'acqua proveniente da una serrata fila di cannelle seminascoste da una mensola che nasconde una fessura nel marmo. Non ci suggerisce nessuna emozione, nonostante il contatto con un ambiente così ricco di memorie.