Fontana del Prigione
Indirizzo
V. Goffrego Mameli
Zona
rione Trastevere
Autore
Domenico Fontana (1585)
Committente
Sisto V Peretti
Acqua
Paola
Sisto V, tra le tante, commissionò anche questa fontana che originariamente venne posta nella villa Peretti Montalto. All'Esquilino quando la villa venne demolita in seguito agli interventi edilizi che interessarono le zone del Viminale e dell'Esquilino da parte dei piemontesi al.la fine dell'800, la fontana fu tolta e collocata alla fine di via Genova dove restò fino alla costruzione del palazzo del Viminale. Ma venne tolta anche da li e finalmente trovò pace sistemandosi dove ancor oggi la possiamo ammirare. Il nome "prigione" deriva probabilmente da un gruppo statuario che doveva far parte della fontana originaria dove una statua in marmo, che apparteneva all'ornamento principale, raffigurava un prigioniero informe che cerca di liberarsi dalla schiavitù della materia. Guardando la grandiosità di questa fontana possiamo renderci conto della magnificenza della residenza papale in cui era posta, in quella villa di Montalto che Sisto V volle sull'Esquilino e che si estendeva, vale la pena ricordare, come un grande trapezio rettangolare le cui basi erano rappresentate dall'odierna via Merulana fino a S. Maria Maggiore e via Marsala, costeggiando la stazione Termini, per un lungo tratto del piano binari e la diagonale di via Cavour. Il nicchione in cui è inserita contenente il prigioniero, è delimitato da due snelle lesene che sostengono il frontone decorato da protomi leonine e festoni fiorati. Due mensole a volute laterali riconducono la visione verso il basso dove una bassa piscina raccoglie l'acqua a livello terra proveniente da una testa leonina mentre si distinguono altre due cannelle con relativo catino sospeso che coronano il basamento di ciascuna lesena laterale.