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Quando Berta filava? Sotto Nerone

Qui parliamo di Berta, quella che fila nel noto detto popolare, che ancora oggi pronunciamo per alludere ad un passato che si perde nella notte dei tempi. Chi era Berta, e che c'entra l'attività di filatrice con l'idea di un'epoca remota? E' solo perché oggi non si fila più a mano? No, perché il detto era già in voga quando in Italia abbondavano le spole e le donne chine sul telaio. C'è una versione leggendaria sulle origini del motto, riportata dal grande poeta dialettale Gigi Zanazzo, che lega il personaggio di Berta a Lucio Domizio Enobarbo, imperatore dal 53 dopo Cristo col nome di Nerone Claudio Cesare, incendiario e primo persecutore dei Cristiani. Tra i molti aneddoti fioriti intorno alla figura di Nerone, tra le più discusse dell'antichità, c'è anche questo: Berta era una povera donna che passava la vita a filare per cucire il pranzo con la cena. Un giorno le passa davanti l'imperatore e si sofferma ad osservarla mentre lavora alla spola, forse interessato alla somiglianza tra la donna e l'immagine delle Parche, le divinità filatrici che tessono il filo di ogni vita umana. Nerone, è noto, ritenendosi sommo cantore e poeta, non trascurava alcuna possibile fonte d'ispirazione. Emozionata e intimorita, Berta augura a Nerone lunga vita: "Che gli dei, o Cesare, ti diano mille anni di buona salute!" L'imperatore, che sapeva di non godere del favore del popolo, le chiese stupefatto il perché di quell'augurio. A quel punto la filatrice, in un sussulto di realismo, rispose: "Perché il peggio non è mai morto". Nerone era un tipo imprevedibile: poteva assassinare chiunque per futili motivi, ma sapeva apprezzare il buon senso e il coraggio. E così disse a Berta: "Donna, vieni domani nel mio palazzo e porta tutto il lino che hai filato da adesso a domani mattina. Non te ne pentirai". Berta rimase di ghiaccio: vorrà strangolarmi col lino, pensò. Ma come disubbidire all'imperatore? Il mattino dopo, dunque, bussò alle porte della Domus Aurea e si presentò tremante al cospetto di Nerone, consegnando nelle sue mani tutto il filato. E il Cesare diede prova della magnanimità che amava attribuirsi: chiamò un servitore e gli ordinò di dare alla donna tanti terreni quanti ne poteva contenere il filo di lino. Da quel giorno Berta, divenuta ricca, smise di filare. Per Roma si sparse subito la voce dell'insperata fortuna capitata alla donna. E tutte le filatrici si assieparono davanti al palazzo imperiale, nella speranza di ottenere almeno una parte di quanto ottenuto dall'ex collega. Ma Nerone mandò loro un liberto con la sua risposta: "Tutte a casa! Non è più il tempo che Berta filava...".

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