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La mano di Costanza

Nelle notti di luna piena, chi passeggia in piazza Navona, dalle parti di un antico palazzo di via dell’Anima, se rivolge lo sguardo verso l'alto, può avere l'impressione di scorgere dietro il vetro di una delle finestre la sagoma di una splendida mano. E’, secondo la leggenda, la mano di Costanza de Cupis, una gentildonna dalle mani bellissime, perfette, che un artigiano dell’epoca, colpito da tanta perfezione, arrivò persino a riprodurre, con un calco in gesso di mirabile fattura. Quelle mani erano così gradevoli che, ben presto, l’opera divenne meta di pellegrinaggi e venerazione. Stupefatto da tanta perfezione qualcuno predisse per la donna addirittura il rischio di un’amputazione. Quando Costanza venne a saperlo cominciò a vivere un incubo, afflitta da presentimenti che ben presto, come capita regolarmente nelle leggende, si verificarono. Infatti, si punse mentre ricamava e la ferita si infettò, tanto che la mano deformata e gonfia dovette essere tagliata. La donna non sopravvisse, nonostante l’amputazione. E da quel giorno, nelle notti di plenilunio la sua mano appare riflessa dietro una finestra del suo palazzo.

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