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Ponte Palatino

Il pericolo  di un improvviso crollo per una lenta erosione dei piloni del ponte Rotto, rimasti ancora in piedi, rese inevitabile la demolizione della passerella di ferro che univa il troncone di travertino alla terraferma. Di conseguenza fu decisa la costruzione di un ponte che fu battezzano "Palatino" in onore dello storico colle romano, alle cui falde sorgeva tra il 1886 ed il 1890.

Con i suoi 155 metri e messo il ponte Palatino è il più lungo di ponti di Roma. Ha un'estetica tutt'altro che attraente, in disarmonia con la zona monumentale che lo circonda. Tuttavia la presenza del ponte, una passerella semplice e disadorna, è indispensabile al traffico, in quel punto particolarmente intenso.

Dal ponte si accede nella zona del Foro Boario e della Bocca della Verità, dove, si tramanda, fu costruito il primo porto di Roma, detto "Navalia inferiora" e frequentato da mercanti fenici e greci che vi scaricavano dalle navi le loro merci. In quel tratto di fiume scavalcato dal ponte Palatino, secondo un'antica leggenda, la nobile fanciulla Clelia compì una non facile traversata, dopo essere fuggita dal campo etrusco dove il re Porsenna l'aveva trattenuta in ostaggio. La giovane eroina riuscì pertanto a trarre in salvo le proprie compagne e con esse attraversò il Tevere. In prossimità della testata sinistra del ponte funziona tuttora la Cloaca Massima, la fognatura più famosa che, partendo dalla Suburra, passava accanto al foro di Augusto, costeggiava l'attuale via di San Teodoro, passava sotto l'Arco di Giano, sfiorava il tempio di Ercole Olivario e finalmente raggiungeva il Tevere.

Lunghezza: 155,50 m.

 

Larghezza: 18,4 m.

 

2 arcate in muratura

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