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Fontana di Ponte Sisto

Indirizzo

P. Trilussa

Zona
rione Trastevere

 

Autore

Vasanzio - G. Fontana (1613)

Committente

Paolo V Borghese

 

Acqua

Paola

Questa fontana, come possiamo vedere dalla sua grande iscrizione in latino posta nella zona alta della facciata, fu costruita nell'attuale luogo, solo nel 1898. Originariamente si trovava al di là del ponte. Infatti l'iscrizione tradotta dal latino dice: "Paolo V Pont. Max. l'acqua condotta per sua munificenza sulla sommità del Gianicolo, fece portare al di qua del Tevere per uso di tutta l'urbe nell'anno del Signore 1613 ottavo del suo pontificato". Come si diceva, quest'acqua che viene dalla mostra dell'acquedotto Paolo sul Gianicolo, fu portata al di qua del Tevere, mentre la fontana si trova esattamente sotto il Gianicolo, a Trastevere, ossia prima del Tevere. La fontana venne infatti tolta dal luogo originario per i lavori di allargamento del lungotevere Vallati. Paolo V che ne commissionò la costruzione, volle che il disegno si rifacesse alla colossale mostra sul Gianicolo e al modello di quella del Mosè a piazza S. Bernardo. Vi lavorarono il Vasanzio e Giovanni Fontana. La vera e propria costruzione pare comunque la si debba al Vasanzio che in quel periodo lavorava per i Borghese (famiglia di Paolo V) proprio con la qualifica di architetto delle fontane. Fu comunque aiutato da Giovanni Fontana, ma più per risolvere il problema dell'adduzione dell'acqua dal Gianicolo che per quelli strettamente necessari. Nonostante gli spostamenti, costruzioni e demolizioni, la fontana è riuscita a mantenere nel corso del tempo le fattezze iniziali. La pesante bugnatura del muro cui è addossata e da cui emergono le colonne rotonde che inquadrano il nicchione dove, da più livelli, ricade l'acqua, raccogliendosi nella vasca finale. Nel basamento di ciascuna colonna si distinguono due draghi, simboli araldici Borghese, che proiettano come lingue di fuoco due getti d'acqua o meglio proietterebbero perchè o sono disattivi o il getto è molto esiguo.

La composizione è sovrastata dal bel frontone che contiene l'epigrafe già citata insieme allo stemma Borghese con la tiara e le chiavi del Triregno. Quasi del tutto dimenticato l'epiteto con cui era precedentemente  nota la fontana: "Dei cento preti" in quanto inizialmente, prima che sorgessero i lungotevere, era stata addossata al prospetto dell'ospizio dei Mendicanti, tanto insistentemente voluto da papa Sisto V, fatto erigere da Domenico Fontana, alla fine di via Giulia.

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